Conferenza stampa en plein air sulle dune di Lacona. "Sulle" nel senso di proprio là, col vento giusto ad uno sputo di distanza dalla spiaggia, in un contesto paesaggistico come quello dunale, che un tempo si replicava su molti tratti delle coste d'Italia, ma che oggi divenuto, per la rapinosa mano dell'uomo, tanto raro, che quello residuale di Lacona è divenuto così prezioso e importante da saldare istituzioni, soggetti e personalità diversi, in un progetto per la salvaguardia attiva dell'area delle dune.
In sintesi: accurata manutenzione di quella porzione di territorio e spinta ad una sua corretta fruizione, facendovi dell'educazione ambientale sia strutturata che quotidiana.
Ma una conferenza stampa così polifonica (9 gli intervenuti) è difficile da riportare, se si cerca di rappresentare tutto quello che hanno detto tutti si fa notte (anzi giorno vista l'ora) e ne viene fuori un indigeribile pippettone che solo i più eroici leggeranno, se si mette una mezza frase in bocca a tutti si produce qualcosa che ha la grazia e lo stile di un verbale di assemblea di condominio, per cui - atteso che hanno parlato gli effigiati nella foto in basso - per non far torto a nessuno facciamo un piccolo sgarbo a tutti non citandoli e ricordando i fatti essenziali.
I fatti sono che il Parco ha affidato a Legambiente quest'area ed i volumi costruiti che vi insistono (diventati di sua proprietà dopo un iter lungo come la camicia di Meo, iniziato 12 anni fa) e che l'associazione ambientalista cominciato dal 1° Aprile (e non era un pesce) con i suoi volontari a gestire le dune ed a pulirle dai rifiuti.
Poi , se tutto filerà per il verso giusto, con la collaborazione del comune di Capoliveri, della comunità laconese, dell'ESA, del Corpo Forestale, oltre che la costante pulizia dell'area, saranno attivati progressivamente servizi informativi, si delineeranno tracciati di percorsi a tutela delle essenze vegetali che i visitatori, i bagnanti in transito verso e dall'arenile, saranno tenuti a rispettare, si attiverà un servizio di guardia ambientale continuato nell'arco dell'intero giorno, coadiuvato anche da telecamere per la videosorveglianza in funzione H24 (se qualcuno volesse fare le cose del diavolo, credendo di approfittare delle tenebre, è meglio si rechi altrove) .
Le "guardie" richiameranno gentilmente gli eventuali trasgressori spiegando loro dove si trovano e come ci si deve comportare, chi non sentisse ragioni dovrà vedersela con gli agenti della Forestale o peggio con Luciana Gelli, che, come si può notare dalla foto in basso (è l'ultima a sinistra), si è già dotata di argomenti atti al convincimento dei più riottosi.
Comunque - tornando ad essere seri - un impegno notevole per gli associati insulari di Legambiente, che però potranno contare anche sul lavoro di volontari provenienti dal resto d'italia, e dall'estero, che lavoreranno in "campi" di 10 - 15 giorni di durata (previsti nel numero di cinque di qui a settembre)
Il fatto è anche che - una volta tanto - registriamo una virtuosa sinergia che tende a valorizzare una risorsa ambientale mantenendola e forse (assecondando il "lavoro" della natura) perfino ad accrescerla.
Certo le riconquistate pubbliche dune di Lacona non fanno "poggio e buca" (per i foresti: "non compensano") gli eccessi del privato consumo di territorio, negli ultimi anni, patito dall'Elba (Lacona ben compresa, e siamo abbastanza vicini ai finti ruderi, ai canili villettizzati, ai garage per motociclette con porte di 90 cm al secondo piano etc. ) ma rappresentano un buon segnale, e la speranza che insieme al giglio delle sabbie qui fiorisca anche una nuova cultura: quella del rispetto del bello in cui siamo immersi, e della necessità di trasmetterlo ad altri, siano questi altri temporanei ospiti dell'Isola o futuri isolani, non fa molta differenza.