Il piccone purificatore
I picconatori dell’Is, con la loro volontà distruttiva, con la loro pulsione volta a cancellare le molteplici identità culturali del Medio Oriente, riportano alla memoria la tragica e grottesca figura del Mussolini picconatore, che elimina i popolosi quartieri medioevali dal centro della capitale per restituire Roma alla romanità, aprendo così l’insulso stradone battezzato “via dell’Impero” (oggi via dei Fori imperiali). Affacciandosi al balcone di Palazzo Venezia, il duce poteva intravedere sullo sfondo il Colosseo, uno dei simboli della romanità.
I totalitarismi hanno sempre avuto queste facce estreme: la distruzione delle immagini e dei valori culturali da una parte (i roghi dei libri, la polverizzazione dei simboli), l’asservimento delle immagini dall’altra (le parate, i linguaggi futuristi, il grande impulso al cinema dato dal fascismo e dal nazismo).
La violenta iniziativa urbanistica di Mussolini fece sì che un’intera popolazione, autenticamente “romana” da secoli, venisse sradicata dal centro storico e deportata in periferia. Nacquero così i “coatti”, ovvero coloro che furono “costretti” ad abbandonare i luoghi in cui avevano sempre vissuto. Ad essi renderà giustizia, decenni dopo, il cinema di Pasolini.
I regimi totalitari partono da una identica premessa: la distruzione delle identità culturali consolidate, la creazione di una dimensione fatta di solo parlato, ossessivo, martellante, violento, l’imposizione di scenografie velleitarie.
Franco Cambi
Università degli Studi di Siena