Era ottimismo definire "austere" quelle stanze male arredate, con i pavimenti incerti, gli infissi malandati, le pareti tinteggiate troppo tempo prima e impregnate del fumo di mille riunioni. E non trasmettevano allegria il busto bronzeo di un defunto segretario piazzato su un trespolo e le immagini dei profeti appese alle pareti. Tutto là era tremendamente serio.
Come in "Eve of destruction" nella canzone di Barry McGuire di quegli anni (...sei abbastanza vecchio per ammazzare ma non per votare), avevo passato la visita di leva ed aspettavo di servire la Patria in armi, ma poiché non ero maggiorenne (all'epoca si diventava tali ad anni 21) avrei visto gli altri andare ai seggi elettorali senza unirmi a loro.
Ero molto emozionato mentre vedevo scrivere a mano il mio nome e cognome su quel cartoncino da piegare in due e da mettere nel portafoglio insieme alla patente (per la moto) e ai pochi biglietti di banca che ci transitavano fuggevolmente. Il versamento era libero, mi pare però che versai 5.000 lire, una bella cifretta (soprattutto per me) negli anni '60, ci si compravano due stecche di sigarette.
La mia era stata una scelta ragionata, ponderata a lungo; la tensione ideale e la voglia di impegnarmi per il prossimo mi aveva condotto ad iscrivermi ad un partito, e credo che, ugualmente spinti da valori morali, altri ragazzi negli stessi tempi, si iscrivessero ad altri partiti, anche fieramente antagonisti di quello che avevo deciso sarebbe stato il mio.
Forse è perché mi sono ricordato di quel "battesimo" che non mi ha fatto ridere la notizia del "proselitismo promozionale" del PD milanese: "Hai meno di 30 anni? Con 25 euro ti puoi iscrivere, e ti regaliamo anche un biglietto per l'EXPO".
Non mi viene da ridere né da prendere per il culo di fronte alle oscenità; e chi fa politica bistrattandone l'immagine, con le tecniche dei venditori di pentole, chi promuove come una merce l'adesione a quello che dovrebbe essere uno strumento della democrazia, non è moderno, allegro, scanzonato, elegante, immaginifico, originale, no, a mio opinabilissimo parere, è osceno.
Solo quando i cittadini torneranno a rispettare la politica e chi la fa, solo quando si restituirà alla politica il suo sacrale ruolo, solo quando i cittadini penseranno di essere rappresentati da persone serie (come dire capaci, oneste, decorose e rispettose delle altrui opinioni ) questo tornerà ad essere un paese normale.
Fino ad allora dovremo contentarci di saltimbanchi della parola, di autoritari senza autorevolezza, di giganti di cartapesta, insomma di caricature di statisti buone per guarnire i carri di un estenuante carnevale.