Molti anni fa nell'antico Campo Sportivo del Carburo sorto tra l'area cimiteriale e le rovine industriali bombardate, e prima ancora sul vetusto campo di calcio delle Ghiaie - dove una "ciabattata" poteva far finire il pallone non in tribuna, bensì in mare - con tanto di barca pronta al suo recupero - salvo scirocco che poteva spingere la sfera di cuoio fino a Marsiglia - a fronte delle più scarse performance della squadra locale non era infrequente udire qualche voce levarsi nel grido di dolore: "Cafiero ritira la squadra!"
Non abbiamo compiuto approfondite ricerche sull'origine di quella lamentosa invocazione ma ci pare di capire che si riferisse a qualche episodio ancora precedente, in cui chi reggeva le sorti del sodalizio sportivo aveva deciso di alzare bandiera bianca, e, piuttosto che subire una pesante umiliazione, aveva ordinato ai suoi l'abbandono del terreno di gioco.
Ora non ce ne voglia l'amico Mario Cafiero Ferrari ma ci pare che la sua di squadra di governo sia in assoluto la più scarsa e inconcludente che abbiamo avuto modo di vedere all'opera nell'ultimo mezzo secolo ferajese (datosi che da tanto osserviamo con attenzione i fatti pubblici cittadini). Per restare al paragone pallonaro non farebbero rete neanche su calcio di rigore, con il portiere colto da improvvisa tetraparesi.
Intendiamoci: il convinto quanto impietoso giudizio non è relativo alla caratura umana ed alla onestà e magari pure alla buona volontà delle persone... , ma così come uno può essere un eccellente falegname ma al tempo stesso un disastroso terzino, che ogni volta che tocca la palla fa un autorete, ugualmente si può essere dei bravi professionisti, impiegati, insegnanti, commercianti ma, alla prova dei fatti, rivelarsi del tutto ignari della cultura e delle capacità gestionali necessari per amministrare la cosa pubblica.
Qualcuno ci potrà contestare che parlammo più o meno negli stessi termini delle giunte Ageno, una decina e passa di anni fa, e che più recentemente abbiamo trattato "di pelle e di becco" (ancora per i foresti: molto in malo modo) pure l'ultima trascorsa compagine di governo, ma la facilissima risposta potrebbe essere l'adagio partenopeo "Il peggio non è mai morto", il fondo non si tocca mai, perché nella mediocrità si può affondare all'infinito.
Ma forse Il dramma di questo paese non sta in questi giorni nell'essere governato male, quanto nel non essere governato affatto.
Un esempio minimo: un'ora fa abbiamo incontrato davanti al Bar Roma una delle "bimbe" di Archeocolor, e le abbiamo chiesto quando pensava potesse riaprire al pubblico la Villa Romana delle Grotte; l'espressione di sconforto che ha preceduto le parole era già una risposta. Siamo alla seconda decade di Giugno e quella che è una delle maggiori attrattive turistiche cittadine resta preclusa ai visitatori, intramagliata tra le pedice (per i foresti: erbaccia spontanea) i mozartiani "vorrei e non vorrei" della proprietà e le chiacchiere a vuoto del Comune. E' come se a Bardonecchia o a Cortina alla vigilia di Natale fosse ancora in corso una discussione sul come, quando e chi dovesse (eventualmente eh!) riaprire gli impianti sciistici di risalita.
Cafiero, ritira la squadra!