Caro Sergio,
leggo il tuo articolo intitolato “Barbetti ferma il prelievo della tassa di sbarco dal 1° marzo” e vorrei fare alcune considerazioni in merito. Innanzi tutto non si tratta di una tassa ma di una imposta. Capoliveri non da assolutamente ragione all’interpretazione di Paolo Gasparri che ritiene sbagliata nel merito. Il comune di Capoliveri ha continuato a riscuotere l’Imposta di Sbarco in funzione di una continuità legislativa e amministrativa che era data dall’istituzione del Contributo di Sbarco che sostituisce il vecchio nome ma che mantiene lo stesso prelievo, ampliandolo ai vettori aerei, alle crociere e a tutti gli sbarchi anche non di linea. Infatti per la mancanza di questi aspetti, ora aggiunti, la legge presentava profili di probabile incostituzionalità e proprio per questo è stata modificata dal legislatore. Oltretutto la nuova norma mantiene praticamente per gli stessi obiettivi di spesa, se si eccettua un riferimento anche alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti. Fino al 29 febbraio è stato ed è corretto riscuotere il contributo di sbarco in forza degli atti di tutti i comuni che a suo tempo avevano deliberato l’Imposta di Sbarco. Dal 1° marzo questo non sarà più possibile solo in forza della delibera di ieri del comune di Capoliveri che sospende l’efficacia della vecchia norma e cioè del Regolamento dell’Imposta di Sbarco, per cui alla luce della nostra Delibera, e solo per questo motivo, non tutti i comuni hanno in essere una delibera che li legittimava a riscuotere l’Imposta/Contributo. Per fare un esempio, quando si è passati dall’ICI all’IMU, o dalla TARSU alla TIA e da questa alla TARI, non è che i comuni hanno smesso di riscuotere quanto a loro dovuto dai cittadini. E di esempi simili ce ne sono a decine.
Trovo inoltre saggio per chi amministra la cosa pubblica, in una fase di incertezza legislativa, chiedere pareri su come comportarci al meglio a coloro (Prefettura, Corte dei Conti, Ministero) che possono aiutarci a intraprendere la strada più giusta e corretta, dato che si parla dei soldi dei cittadini.
Riguardo all’accenno al Comune di Campo nell’Elba, il mio non mi sembra proprio un atto ostile nei loro confronti. Semmai è un atto di difesa, dato che il comune di Campo, in punta di diritto ma non di politica, mi aveva chiesto di non sospendere la riscossione (e qui sei in conflitto di idee dato che è proprio l’opposto di quello che tu ritieni invece corretto: forse ti sei perso qualche passaggio). Io ho risposto al comune dicendo che se ritengono legittimo continuare a riscuotere l’Imposta/Contributo, hanno tutti gli strumenti per imporre alle compagnie di continuare a farlo. Aspetto gli atti del comune in merito. Inoltre, per tua informazione, la mia posizione è diversa da quella che descrivi tu. Io ho sempre detto a tutte le riunioni che non volevo fare il capofila di una Gestione Associata che si occupasse di progetti comprensoriali, primo perché come comune non ne abbiamo la forza e neanche le risorse umane, già oberate da tanti impegni, secondo perché ritengo ingestibile una Gestione Associata così complicata. Ma te lo immagini il Comune di Campo o quello di Portoferraio che riescono a gestire, per fare un solo esempio tra tutti gli obiettivi previsti dalla legge, la manutenzione del verde e delle rotonde dell’Elba? E con che criteri verrebbe fatto? Prima il Cavo o prima Pomonte? Sarebbe uno scontro continuo e proprio per questo avevo proposto di dividere queste risorse affinchè ogni comune lo facesse al meglio sul suo territorio con le proprie strutture.
Tu, inoltre, ragioni in termini di appartenenza politico/partitica quando dici, elogiandola velatamente, che la proposta di Campo “determinerebbe una sottrazione di prestigio (e decisionalità) a Capoliveri”. E la proposta di Campo in effetti è solo politica, di una parte politica e che in questo frangente non fa altro che alimentare le divisioni invece che cercare di appianarle nell’interesse della nostra Isola. La fine della Gestione Associata del Turismo (ormai cosa certa) non è un danno per il prestigio di Capoliveri ma è un danno reale e concreto al presente e al futuro dell’Elba. Ma chi ricopre importanti cariche pubbliche (ma non solo loro) e lavora o ha lavorato con lo stipendio sicuro per tutta la vita questo non solo non lo può capire ma non lo può neanche immaginare.
Ruggero Barbetti
Caro Ruggero
Penserai che poco c'entra, ma sappi che ho un lungo allenamento coi sofisti (o più volgarmente gira-frittate) quale ad esempio era -da adolescente, ora è cresciuta - mia figlia Teresa: bastava che tu le concedessi un timido, bonario e non convinto "vabbé", su un suo strampalato assunto, ed eri fregato, perché su quello, con diabolica abilità, costruiva l'architettura (anche barocca) delle "sue" ragioni.
Quindi altolà, posalaquaglia Ruggero, cominciamo a mettere le cose in chiaro, non soffro di partigianeria lambardiana, e non vedo come potrei.
Personalmente sto a sinistra, quella è la mia "parte", Lambardi (che mi è umanamente simpatico come un'infinità di altre persone ma che stimo anche colto e intelligente oltre che onesto) è il brillante esponente di un partito (il PD) che classifico da tempo - per le sue scelte - come forza liberal-centrista civettante a destra, all'interno della quale, se c'è una residuale "anima" di sinistra, essa conta, al momento, meno del due di briscola. Non ci azzecco niente, avrebbe detto qualcuno.
Nel merito poi di quanto proposto dal Sindaco di Campo - mentre posso apprezzare il tentativo di mediare e di abbassare i toni di una discussione che non ci qualifica agli occhi del mondo - non ho affermato di condividerne contenuti e filosofia, caso mai, pensa un po', essendo favorevole ad una interpretazione rigorosa del disposto (che individua le priorità in una promozione sì, però non a chiacchiere, quanto migliorando i servizi ambientali e la vivibilità del territorio) dovrei essere più vicino alle intenzioni (quelle dichiarate) degli amministratori portoferraiesi, che a loro volta mi sono politicamente contigui quanto l'altra faccia della Luna.
In realtà, al pari della maggior parte degli esseri umani, non me ne frega assolutamente niente di chi sarà il capofila o il culofila, e dei bizantinismi delle vostre delibere, controdelibere e controcontrodelibere. Mi preoccupo brutalmente:
- che ulteriori balzelli imposti a turisti, già gravati da tariffe di trasporto esose, non divengano elemento di "spromozione";
- che con i proventi del contributo di sbarco si facciano cose utili per la collettività ELBANA;
- che voi che dovreste essere i rappresentanti del volere della gente, la finiate con le indecorose "baruffe ghiozzotte" e troviate un accordo, o che, in alternativa, dichiariate il vostro fallimento, e rimettiate ad altri soggetti non solo l'emissione di pareri sul vostro - fino ad ora complessivamente disastroso - agire, ma anche e soprattutto le decisioni che non sapete assumere.Punto.
Chiarito ciò, solo un appunto - tre gocce di profumo "Populist" fanno sempre il loro effetto - sul tuo passaggio finale sul chi vive di stipendio fisso.
Per avventura mi sono trovato - sempre pagando le tasse fino all'ultimo centesimo - ad essere dipendente privato, pubblico, ad esercitare anche la libera professione, ritrovandomi da anziano piccolissimo imprenditore (che suda sette camicie da una quindicina di anni, spesso rimettendoci, per mantenere in vita un giornale libero, senza capi-bastone, a fornire quattrini e dettare i contenuti).
Ho conosciuto lungo questa parabola dipendenti pubblici e privati zelanti e coscienziosi come dei fannulloni disonesti, imprenditori capaci e cialtroni, professionisti impeccabili e sanguisughe.
La categoria del lavoro alla quale apparteniamo non ci santifica né ci condanna, non misura il nostro grado di sociale utilità o disutilità e neanche ci fornisce la patente di affidabile lettore della realtà.
Per il resto ti saluto citando un Finardi che potrebbe essere un Voltaire: "L'avere ragione non è un dogma statico o una religione". Tu che sei - più di altri - avvertito, spiegalo all'Assessore, cosa significa.
Sergio Rossi