Zecchini, Ciumei & C. affermano che non vale la pena rispondermi.
Ecco le conseguenze del loro rifiuto di rispondere alle mie domande:
1. Nessuno spiegherà perché Centauro è stato pagato per redigere un secondo piano del colore, quando il Comune ne possedeva già uno dell'architetto Fabio Murzi.
2. Nessuno spiegherà perché il Comune butta via i soldi per stampare un libro di Centauro, che è utile soltanto per dare lustro a Centauro.
3. Nessuno spiegherà qual è il difetto tecnico che rende impossibile il funzionamento della grande Wi Fi progettata dal solito Centauro. Riconosco che l'idea era valida: però i lavori sono finiti da un anno e la Wi Fi non esiste: i lampioni tecnologici concepiti da Centauro restano ancora inservibili.
4. Nessuno spiegherà perché Ciumei ha prelevato cinquemila euro dalle tasche dei cittadini di Marciana Marina, per regalarli alla società "Sbisbiglio" di Campi Bisenzio. In Internet si scopre che l'architetto Centauro (definito "responsabile del progetto della Rocca di Campi") conosce molto bene la società "Sbisbiglio": sono stati coinvolti insieme in una iniziativa del Comune di Campi Bisenzio, per restaurare e valorizzare la Rocca di Campi. Ma perché i cittadini di Marciana Marina sono stati costretti da Ciumei a regalare cinquemila euro agli amici di Centauro?
5. Nessuno spiegherà mai perché il sindaco di Marciana Marina non vuole che i lavori di restauro dell'intonaco della Torre siano progettati e diretti dalla Soprintendenza alle Belle Arti che ha sede in Pisa. Eppure quest'onere spetta proprio alla Soprintendenza: il Comune per legge non è tenuto a spendere nemmeno un euro per la Torre, che appartiene allo Stato. Invece Ciumei preferisce che il Comune si intrometta in un'opera che non è di sua competenza, e prenda su di sé pesanti oneri finanziari che appartengono alla Soprintendenza. E così, attraverso convenzioni e rigiri complicati, l'incarico viene affidato a un professionista privato ─ l'architetto Centauro ─ il quale, se tutto fila liscio, pretenderà almeno centomila euro fra progetto e direzione dei lavori.
Centomila euro che ─ secondo la delibera già scritta da Ciumei ─ saranno pagati dai cittadini attraverso una tassa di scopo: la tassa Centauro.
In media, cinquanta euro a chiorba.
Grandi e piccini, uomini e donne, neonati e ultracentenari: tutti i cittadini ─ uno per uno ─ saranno costretti a versare il loro obolo di cinquanta euro al Prof. Dott. Giuseppe Alberto Centauro, Architetto di Prato, presidente della Società culturale Ilva (di cui Ciumei, per un caso fortuito, è vicepresidente).
Una specie di obolo del santo patrono.
E si intuisce che, di sicuro, i costi cresceranno, perché già è stata avanzata l'idea di un ponteggio rafforzato per inutili visite guidate.
Visite inutili, perché sulla sommità della Torre si giunge anche attraverso le antiche scale, senza bisogno di passare attraverso il ponteggio rafforzato.
L'unico effetto di queste stravaganti proposte sarà quello di allungare i tempi e aggiungere altre spese. E far lievitare le notule di Centauro, che verrà retribuito a percentuale.
Cerchiamo di essere chiari: con i cinquanta euro saranno coperte soltanto le spese per il progetto e per la direzione dei lavori.
Al compenso per Centauro si dovrà aggiungere la spesa per i lavori di muratura: 350.000 euro.
E quindi ci sarà un aggravio della tassazione comunale per altri 180 euro a testa.
In totale, 230 euro a testa per un restauro che, per legge, compete interamente allo Stato.
Attenzione: 230 euro non per famiglia, ma per ogni singolo cittadino.
Zecchini, Ciumei, Centauro & C. hanno già detto che non mi risponderanno: infatti elencare un po' di contumelie è molto più facile che esporre argomentazioni intelligenti.
Ma non è importante che sia data una risposta a me, perché la risposta io la conosco già. E la conoscono tutti i cittadini capaci di ragionare. Purtroppo l'esperienza ha insegnato a noi italiani che cosa si nasconda dietro questi maneggi apparentemente oscuri.
Quello che importa è che siano date spiegazioni adeguate al rappresentante dello Stato: il Prefetto di Livorno.
E all'Autorità nazionale anticorruzione, a cui noi ci rivolgeremo.
Chiediamo al Prefetto di Livorno di indagare.
Questo sperpero delle risorse finanziarie di un piccolissimo comune è scandaloso.
Gravemente scandaloso.
Gian Piero Berti