Mi sono ritrovato ieri a Piombino tra le persone che dovevano rientrare a casa all'Elba.
La riflessione nata stando in coda in attesa dei biglietti è che siamo tutti italiani, sia da una parte che dall'altra del vetro della biglietteria.
All'esterno eravamo tutti ammassati sui vetri, in una non coda all'italiana, dove ognuno si sente più furbo degli altri per cui cerca di superare come può il precedente, con gente che urlava, che imprecava contro le povere bigliettaie, che minacciava trasferimenti certi di questi vantando conoscenze in alto, della famiglia Onorato ecc.
Ma come dicevo italiani con pregi e difetti anche dall'altra parte del vetro. La rabbia e lo stato d'animo alterato di chi voleva tornare a casa sono stati generati dalla incertezza della biglietteria.
Sembrava che dall'altra parte non sapessero cosa fare. Prima hanno bigliettato chi era davanti, sia auto che passeggeri. Poi solo passeggeri, creando malumori tra chi era già in fila. Dovevano controllare ogni 2 minuti la situazione all'imbarco, in quanto non avevano idea di quante macchine ci fossero, sembrava che stessero improvvisando nonostante avessero avuto ore per organizzarsi a questo momento della riapertura della bigliettazione. Se fossimo stati in un altro paese civile, noi in coda avremmo fatto la fila all'indiana, un serpentone uno dietro l'altro. E dall'altra parte del vetro avrebbero avuto delle procedure da seguire, collaudate e migliorate nel tempo, e di sicuro non avrebbero improvvisato!
Impegniamoci con i nostri figli a far crescere la civiltà dentro di noi.
È un processo che non si improvvisa, ma deve crescere col tempo.
Franco De Simone