Quanto successo oggi col Giraglia che è andato a inseccassi (di culo) sugli scogli sardi m'ha riportato alla memoria un altro glorioso momento baleniero, che pare sia già passato in cavalleria, mi riferisco al 17 agosto scorso, quando il "Baby" tonfò in sulla banchina ferajese al grido di “l’ha alzato, l’ha alzato il molo!” Notizia riportata, all’epoca, in prima pagina perfino dai giornali nazionali. Ripassino, giusto per entrare in sintonia:
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/08/19/isola-delba-riprende-la-nave-che-urta-la-banchina-ma-vogliono-impedirgli-di-filmare/406544/
Ma oggi un reporter non accetta che l’episodio sia caduto nel dimenticatoio e vuol vederci chiaro, sapere cioè come quando e da chi il molo sarà ripristinato, dal momento che il luogo del misfatto è sempre recintato, nessuno ha ancora rimosso i cocci e lavori nisba.
Nel bel mezzo di un tiepido pomeriggio primaverile, il reporter si avvicina al gabbione, ma ci trova appostato un ometto anziano che lo guarda di traverso.
Rep: “Scusi, lei è del posto?”
Om: “Sì, che vòi?”
Rep: “Senta, in nome della deontologia bla bla bla… giornale libero indipendente bla bla bla…”
L’ometto un po’ sopporta, poi lo blocca: “Chetati ghiozzo, si vede da lontano che sei un cronista d’assalto, tipo Brosio d’annata, prima della folgorazione. Fammi la domanda alla svelta o sennò levati di ‘ulo”.
Rep: “Volevo sapere come mai, a quasi un anno dall’urto accidentale, la banchina è sempre danneggiata”.
Om: “E guai a chi me la tocca, so’ qui di guardia apposta”.
Rep: “Ma c’è un cartello che indica lavori in corso, e di lavori neanche l’ombra!”
Om: “Questo lo di ci te: se venivi prima l’ombra c’era eccome…. quella delle impalcature ‘n su’ comignoli della nave. E poi quel cartello lì ce l’ho stioccato io”.
Rep: “Perché?”
Om: “Perché, come lavoretto da pensionato, nello squarcio causato dal botto ci ammaestro i favolli”.
Rep (incredulo): “davvero?”
Om: “Ce n’ho due, li vòi vedé?”
Rep: “Volentieri”.
Om: “fffffiiii” (fischia, e sgambettando ne spunta uno).
Rep: “Uh, carino!”
Om: “Casomai carina, lei è la femmina”.
Rep: “Come si chiama?”
Om: “Yoko - Ono”.
Nel mentre sbuca a cento all’ora anche l’altro.
Rep: “E lui è il maschio? Come si chiama?”
Om: “Ratoh”.
Rep: “Ma è velocissimo!”
Om: “Infatti il nome originale era Elaboratoh (h finale, come Abarth)”.
Rep: “Accidenti!”
Om: “Poi gliel’ho dovuto scorcià perché ‘un c’era versi, quando avevo finito di chiamallo, ‘un c’era già più”.
Rep (ricomponendosi): “Oh! siam mica qui a rilevare la cilindrata ai favolli!”
Om: “Dé, alla grazia di Crozza, ma te ‘n dov’eri l’anno scorso quando c’è stato il tonfo?”
Rep: “Non all’Elba. Senta, non ho tempo da perdere, io sono un professionista serio e sto conducendo un’inchiesta seria: come mai la Fondazione non ha ancora ripristinato il molo? Eh? Allora?”
Om: “So’ ‘na sega io. Bella domanda ma te l’ho già spiegato, con me caschi male, per come la vedo io il molo ‘un s’ha da toccà, chiedilo a qualcun altro, per esempio a lui”.
E col dito indica in lontananza un altro ometto in bicicletta, che si sta avvicinando.
Om: “T’avverto però, a lui lo conosco, è incazzato fisso a bestia, dire che è burbero è robetta. Adeguati, sennò per te doventa un casino”.
Rep: “E come mi dovrei comportare?”
Om: “Lascia stà le supercazzole, arriva subito al dunque e parla come mangi. Anzi, sforzati di parlà come parla lui. ‘Un ti preoccupà di esse greppo, è il su’ pane”.
Detto, fatto.
L’ometto in bicicletta arriva a tiro, rallenta e il reporter l’afferra per il braccio e gli fa in ghigna: “Senti un po’ ganzino, ma secondo te questo molo sdentato chi lo deve sistemà?”
Assist al bacio, la risposta è “ir bud……”
Secondasecca