I boschi e i sentieri elbani riservano sempre delle sorprese, vi si notano fiori dai vivacissimi colori, cosi come testimonianze della biodiversità animale, nell'arco che dalla fragile e variopinta farfalla, passando per la riservata e schiva martora, si chiude sull'assai meno leggiadro cinghiale.
Inoltre l'andar per macchie proietta di colpo in spiazzi, radure o anche semplici diradamenti della vegetazione che aprono "finestre" sulle valli, sulle coste, sul mare e sugli abitati, offrendo scorci di intensa, perfino commovente, bellezza.
Talvolta ci si imbatte nei "segni dell'uomo" in forma di isolatissimi ruderi colonizzati da essenze arboree di ogni sorta: piante come lecci, corbezzoli, rovi intricati, spuntate tra i resti collassati dei vetusti tetti, cresciute tra le mura rose dal tempo.
Talaltra volta però vi si individuano altri indizi del passaggio umano, o almeno di esemplari derivanti dall'Homo sapiens, e che definiremmo (in mancanza di altri riferimenti tassonomici) come Homo fava.
Solo un Homo fava nel pieno della sua vigoria fisica (e quindi purtroppo pure riproduttiva), poteva trascinare la carcassa di un grosso frigorifero, su un cocuzzolo boschivo nei pressi de Le Cime, quella che scoprimmo con stupore tempo fa raccogliendo funghi, solo un Homo fava può essere l'autore della sistemazione della vetusta impastatrice casalinga ai bordi di un sentiero (se abbiamo ben capito) in quel di Monte Tabari, in cui si imbatterono ieri delle camminatrici lombarde, che puntualmente documentarono fotograficamente il fenomeno rendendocene al contempo edotti.
Questo ultimo ritrovamento lo consideriamo comunque elemento comprovante una teoria che, modestamente, stiamo da tempo elaborando e vi spieghiamo sommariamente: l'Homo fava coltiva delle sue particolari credenze in virtù delle quali venera i prodotti tecnologici dismessi. Dobbiamo quindi considerare queste manifestazioni, che superficialmente liquideremmo con il commento "bada un po' dove è venuto a butta' i su' troiai questo bottino d'omo (fava)", come atti di devozione e financo luoghi di culto! Può anche essere che nottetempo attorno a queste reliquie l'Homo fava si raccolga per celebrare misteriosi riti!
Dite che l'ipotesi è sgangherata e priva di qualsiasi riscontro scientifico? Beh se vi siete bevuti la favata del Pipogeo etrusco, tra un fiasco e l'altro, con uno sforzino, vi sembrerà plausibile.