E’ probabile che la delusione, l’amarezza dovuta alla constatazione che la realtà non corrisponde alle proprie speranze, siano più tollerabili nel periodo della vita che corrisponde alla giovinezza, quando cioè il tempo per rimediarvi con l’oblio o la riuscita di nuove imprese sembra infinito, che nella fase per così dire discendente, nel tempo ormai stretto dedicato più ai bilanci sulle opere completate che ai progetti che difficilmente potremo per evidenti ragioni realizzare.
Riescono dunque così più comprensibili sia il livoroso e infelice post pubblicato il 24 aprile sulla Festa del 25 (chi lo vuol leggere se lo cerchi), sia l’involontariamente divertente articoletto uscito qualche giorno fa su parte della stampa locale nel quale il primo cittadino di Capoliveri, nella sua veste questa volta di capofila della gestione turistica associata finanziata dal contributo di sbarco, si arrampica su scivolosi specchi per sostenere che i dati ufficiali sui flussi appunto turistici delle scorso anno sono falsati per difetto.
Un solenne encomio dunque al nostro caro sindaco, oltre che promotore turistico nonchè animatore di teutoniche fiere, per l’ostinata fierezza con la quale continua a credere e volerci far credere che l’aumento in percentuali sia pur incerte dei vacanzieri sulle nostre spiagge sia dovuto, per la sua parte preponderante, al diuturno e infaticabile impegno della gestione associata per il turismo invece che alla situazione di insicurezza che sconfina in alcuni casi in vera e propria guerra civile nella quale sono intrappolati quasi tutti i paesi del nord Africa. Rimane, per quanto utopico, augurabile che, prima o poi, lo colga il dubbio. Forse rendere più accogliente la nostra isola intervenendo sul ciclo dei rifiuti, sui trasporti, sulla cura del patrimonio edilizio esistente evitando di implementarlo ulteriormente, sulla cura e la fruibilità dell’insieme archeologico/museale (insomma sulle annose questioni da affrontare per le quali non si trovano mai né il tempo né i soldi) e contare di meno sulle altrui tragedie potrebbe rendere quelle percentuali ballerine un po’ più stabili e durature.