UNO SPETTRO SI AGGIRA PER L’ELBA…E’ LO SPETTRO DELLO ZECCHINISMO!
L’estate, ed il mese di agosto in particolare, è un periodo dell’anno che viene normalmente dedicato al riposo ed al relax.
E’ il periodo in cui anche il più serioso degli studiosi mette da parte i ponderosi saggi e i fondamentali studi che l’hanno accompagnato per tutto l’anno e si dedica alla rilassante lettura di romanzi gialli, trascorre alcune ore su una comoda poltrona in vista del mare, lasciando che la propria mente sia dolcemente cullata dalle onde, insomma per farla breve, si gode piacevoli momenti di rilassante fancazzismo.
Tutti, tranne uno.
Il dott. Michelangelo Zecchini, proprio nell’estate, complice forse la calura che, ma solo nel suo caso, accelera il funzionamento di quelle che il grande Hercule Poirot definiva “celluline grigie”, diventa iperattivo, scrivendo, pensando (si fa per dire) e costringendo talvolta, e svogliatamente, coloro che sono oggetto dei suoi strali ad interrompere il dolce far niente di Titiro, recubans sub tegmine fagi.
Ordunque il Nostro è ritornato ancora una volta (indovinate un po’?) sul mitico pippogeo marcianese, lanciando un accorato ma virile appello al prof. Franco Cambi affinchè dica la sua opinione - dove naturalmente per sua il Nostro intende proprio quella di sé medesimo - rivolgendo nel contempo una stoccata al prof. Donati (senza, un po’ pavidamente, nominarlo) reo di lesa maestà, non avendo attribuito al suddetto pippogeo il nobile status di “tomba etrusca”.
Fin qui, ça va sans dire, avrei continuato, anche se immeritatamente non essendo né uno studioso né tantomeno serioso, i miei ozii di cui sopra se non avessi colto nella prosa del Nostro, per l’ennesima stucchevole volta il ripetitivo schema polemico utilizzato dall’inclito professore: partire da una frase estrapolata o riportata – spesso in modo non rispondente alla realtà – se non addirittura inventata per attaccare il presunto avversario con offese e dileggi vari.
Nel caso specifico gli obbiettivi del Nostro sono la dott.sa Alderighi, ispettrice della Soprintendenza Archeologica Toscana, e, pur senza nominarmi, il sottoscritto.
Ma andiamo per ordine.
è stata bocciata dalla prof.ssa Barbara Aterini dell'Università di Firenze, autrice del volume “Le ghiacciaie: architetture dimenticate”, 2007>.
Ora, a prescindere dal fatto che quando i pareri di illustri universitari come la prof. Barbini vanno in favore del Nostro sono definitivi e chiudono la discussione mentre se non corrispondono alle sue opinioni, come quello espresso dal prof. Donati sono elusivi, un modo per <…rifugiarsi in calcio d’angolo…>, credo sia giunto il momento di chiarire che la dott.sa Alderighi, archeologa ed etruscologa, ebbe a parlare di “neviera” solo come di una ipotesi in subordine e dopo un sopralluogo congiunto con il collega arch. Lorenzi della Soprintendenza pisana; oltretutto mi risulta che tale ipotesi sia stata formulata, non so dire se in buona o cattiva fede, dallo stesso Lorenzi che – guarda un po’ il caso – è buon amico dello Zecchini.
Ma, prosegue l’Immaginifico, anche la prof.ssa Travaini, nota ed apprezzata studiosa di numismatica, avrebbe <respinta> l’ipotesi Zecca.
Parliamoci chiaro, se io sostenessi che il mio bagno è un appartamento, non solo la prof.ssa Travaini, ma anche un illetterato analfabeta, direbbe che no, non può essere assolutamente “un appartamento”, semmai “una parte dell’appartamento”.
Personalmente non ho mai detto o scritto che i due ambienti attualmente destinati a Museo didattico-numismatico fossero la sede della Zecca, bensì ho sempre sostenuto che facessero parte di una serie di locali dove operava l’officina della Zecca.
Francamente da un Michelangelo Zecchini che si compiace di sentirsi definire <…sopratutto uno dei massimi esperti italiani di etruscologia…> (LA NAZIONE, 17.8.2014, pag.17) - praticamente uno che “dava di gomito” ai vari Pallottino, Cristofani, Colonna, Camporeale, Donati, ecc. superandoli ed inebriandoli con i suoi scintillanti e iperbolici, ma dovrei forse dire iperborei, collegamenti linguistici dei quali resta un classico insuperabile <Marxna-Marcena-Marciena-Marciana-Marcina…Vietri sul Mare!> (IL TIRRENO, 17.9.2015, pag. XI) e che senza un minimo senso del pudore si compiace di essere definito “docente universitario”, non ci aspetteremmo l’uso di questi giochetti infantili, più trucchetti da saltimbanco che ricerca reale della verità.
Dimenticavo l’ultima perla.
Scrive ancora “uno dei massimi esperti italiani di etruscologia”: < L'ipogeo di Marciana è da qualche mese al centro di interesse multidisciplinare da parte di noti studiosi. È uscito da pochi giorni nella prestigiosa rivista scientifica RA (Restauro Archeologico, Università di Firenze) un saggio dal titolo “Conservazione dell'architettura funeraria etrusca. Il caso dell'ipogeo di Marciana scavato nel granito”>.
Si può facilmente intuire un certo legame tra la “prestigiosa rivista” edita dal Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze e il prof. Centauro, Professore associato nel Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, ma la vera domanda che, credo, ognuno potrà porsi è: chi mai saranno “i noti studiosi”?
E’ presto detto: Centauro, Garzonio e, voilà, Zecchini.
Insomma, per dirla in parole semplici, se la suonano, se la cantano e se l’applaudono.
Più obiettivi di così…..
Luciano Giannoni