I G.I. sono una razza in rapida espansione, occupano territori sempre più vasti e sottomettono rapidamente e con successo le altre specie.
Il G.I. nella fase post larvale corre urlando fra i tavoli del ristorante, strappa i giochi agli altri (sempre urlando), tira sassi a quelli che nuotano e rompe tutto quello che può, ma la orgogliosa fattrice, sorridendo, giustifica la propria genetica superiorità dicendo "sono bambini...!".
Nella fase adolescenziale invece, il G.I. ritiene che il territorio gli appartenga poiché il riproduttore che lo ha generato gli ha insegnato che le regole per lui non valgono, il territorio è a suo uso e consumo e nel sudiciume si vive meglio.
Infatti, la frase ricorrente del riproduttore nei confronti delle altre specie che si oppongono è: "fatti i cazzi tuoi!" od in alternativa "non mi rompere i coglioni!", "chissenefrega" e "vaffanculo!"
In questo modo già nella fase adolescenziale il G.I. capisce di appartenere ad una razza superiore, destinata ad un luminoso futuro e per meglio marcare il proprio territorio spara rumori a 150 Db fino alle 5 del mattino perché tutti, nel raggio di un km, non dormano e sappiano che è lì, accende fuochi sotto le case per intimorire le razze più deboli, lascia ovunque cicche, bottiglie rotte e plastica sulle spiagge per segnare il proprio passaggio e guai a chi ripulisce.
Le specie sottomesse chiedono aiuto ai capibranco, ma anch'essi li temono e spesso sono già infiltrati dai G.I.
Se un'altra specie prende a calci nel culo un G.I., immediatamente i riproduttori e le fattrici la massacrano gridando "ma sono ragazzi...!" e piano piano il pensiero comune si adegua; per vergogna nessuno pulisce più abituandosi al sudicio, si mettono infissi antirumore nelle tane e si dice "fatti i cazzi tuoi!" con maggiore frequenza per accattivarsi i G.I.
In fondo è giusto così, l'evoluzione della specie lo prevede....il mondo sarà loro.
Fabrizio Davoli
Gentile Signor Davoli
Ci corre l'obbligo di integrare le sue preziose note antropologiche con tre chiose che stendiamo per punti:
A) Non può essere sottaciuta (e la cronaca odierna ci viene in ausilio) la irresistibile pulsione artistica che coglie il G.I., specie in ambiente costiero e lo induce a istoriare con firme, romantiche dichiarazioni d'amor, cuoricioni e/o altri graffiti le rocce.
B) Relativamente all'abbandondo di rifiuti solidi urbani da parte dei G.I., va sottolineato come il fenomeno assuma particolare rilevanza in contiguità territoriale di luoghi di raduno dei G.I. in età riproduttiva deputati ai riti tribali danzanti, con delle scarpate che divengono delle vere e proprie discariche o nell'idioma dei nativi "sugaie". Tali depositi sono alimentati specialmente all'albeggiare, da un forse augurale "lancio di lattina e/o bottiglia nella macchia", ma talora i più testosteronici G.I. non disdegnano il più sacrale "marcamento del territorio" con la pratica dell'innaffiamento urinario delle essenze arboree sul ciglio della strada. Ed ancor qui ci vengono in ausilio le cronache narrandoci di G.I. che si immolano seguendo rovinosamente nel dirupo il corso del proprio piscio (il termine, ritenuto un tempo volgare, è stato sdoganato dal nostro amato premier, che ha usato più volte elegantemente l'intercalare "piss piss" - piscio piscio nella lingua dei britannici - durante le sue performance linguistiche).
C) E qui tocchiamo il punto più delicato, non si può tacere il fenomeno degli "pseudo G.I.". Trattasi in genere di ex giovani leoni, trasformativi in (ormai) maturi coglioni, che continuano ad essere affetti da un pernicioso giovanilismo ben oltre le soglie degli "anta". Costoro in eterna competizione con i G.I. genuini, tendono a superarli, soprattutto nel far casini e nell'assunzione di qualsiasi sostanza psicotropa unita a massicce dosi di Viagra - e disponendo normalmente di più valsente e zecchini della concorrenza - anche se appaiono ai giovani antagonisti alla stregua di rimbambiti, dovrebbero essere più correttamente catalogati come "rimbambati".
Fortunatamente, almeno almeno nel caso di questi ultimi (per ragioni anagrafiche e dissolutezza del vivere) prevediamo che il mondo sarà loro per meno tempo.