Non mi sarebbe mai più capitato di capeggiare una lista, ma quella volta sì. Il documento infatti iniziava: Rossi Sergio anni 22, Alessi Danilo anni 33 (gliene avevano appiccicato uno in più), Galli Corrado Adelmo anni 55 ... e proseguiva declinando nominativi ed età di un'altra ventina abbondante di "malfattori"
Sul foglio coi timbri del tribunale c'era scritto che in una serata estiva dei primi anni '70 io (pirsunalmente di pirsuna) in concorso con altri, avevo impedito lo svolgersi di una pubblica manifestazione in Piazza della Repubblica.
Non era andata proprio così. Era, all'epoca, in corso l'agonia dell'ultima attività industriale ferajese: la Cementeria, ed era in corso una battaglia disperata per salvaguardare quei più di cento posti di lavoro; quel giorno era giunta da Roma una notizia particolarmente negativa.
I sindacati decisero di organizzare un corteo di protesta per la serata stessa, partenza da Concia di Terra arrivo in piazza della Repubblica, dove quella sera si doveva svolgere (davanti ad un pubblico folto) la cerimonia di premiazione del Premio Letterario Isola d'Elba, a latere del quale doveva svolgersi un corcerto di un allora notissimo gruppo musicale.
Nelle intenzioni degli organizzatori, una volta giunti in piazza, i manifestanti dovevano chiedere di parlare al microfono, spiegando i motivi della protesta e poi sciogliere il corteo.
Non andò così, e la manifestazione sfuggì di mano ai sindacati, perché alcuni dei partecipanti non intendevano che la band si esibisse, provocando l'irritazione di alcuni tra gli spettatori seduti che gremivano la piazza, qualcuno tirò un cavo facendo oscillare pericolosamente una "colonna" di amplificatori, uno dei membri del gruppo musicale "ammiccò" di colpire con un'asta di microfono qualcuno dei più scalmanati e più vicini al palco. Scoppiò un parapiglia, ma volarono, tutto sommato, soltanto invettive, parolacce e qualche spinta. Mi ritrovai fisicamente nel cuore della "maretta" insieme ai sopracitati e ad altri dirigenti del PCI ad "agguantare" i più incazzati, a tentare di farli ragionare. Ci volle qualche minuto perché tornasse la calma, sul palco non ci salirono i dimostranti, che lo minacciavano, ma le forze dell'ordine, alla fine non so per decisione di chi il concerto non si tenne.
Qualche settimana dopo l'assurda citazione e poi il processo, dall'andamento ancora più incredibile. Testimoni dell'accusa erano tutti poliziotti, una mezza dozzina, ma fino all'ultimo teste delle due dozzine di presunti "facinorosi" denunciati, ne erano stati riconosciuti solo quattro o cinque, ed io, primo della lista, no (!), poi giunse l'ultimo teste che dichiarò (attendibilissimamente) di aver visto tutti i denunciati, di averli ben distinti, ed evidentemente in atteggiamento ostile alla manifestazione spettacolare, tra centinaia di persone, di sera in un casino infernale, e tra i denunciati c'era pure un ottantaseienne che si trovava a letto a casa sua con la febbre, ed un dirigente del PSI, Lelio Giannoni, che al momento dei fatti era a Rio Marina. Fummo comunque condannati, ad una pena irrisoria ma condannati, ed i nostri difensori decisero (non so perché) di non ricorrrere in appello.
Orbene, cari lettori, ho deciso di scrivere questa noiosa storia, non per protestare fuori tempo massimo, a quasi mezzo secolo di distanza, per una palese ingiustizia subita in buona compagnia, ma per due curiosità.
Sapete chi avrebbe dovuto suonare (e non suonò) quella sera? I Nomadi! Lo stesso gruppo che, anche se con musicisti nel frattempo invecchiati, e qualcuno cambiato, si è esibito qualche sera fa in Piazza.
Ma tornando al concitato inizio ci furono quella sera altri fraintendimenti oltre quello clamoroso dei poliziotti che misero nello stesso pentolone molti pacificatori, pochi agitatori e vecchi a letto. Il premiato espresse la sua solidarietà in francese ai contestatori, e non capito fu ripagato da una bordata di fischi dagli esagitati tra i manifestanti. I Nomadi gruppo storicamente collocato "a sinistra" fu perfino colpito dallo slogan scandito (in realtà solo da uno sparuto e anemico gruppetto di extraparlamentari, guardato con sano sospetto dagli operai in piazza) "servi dei padroni".
Ma ripiombiamo ai giorni nostri e all'ottimo corcerto dei Nomadi, costoro, forse ignari della committenza (indiretta) da parte di amministratori così "nostalgici" di altre adunate, da avere, senza un filo di vergogna, annullato la celebrazione del 25 aprile (la festa della liberazione dai nazisti e dai fascisti), hanno eseguito tra gli altri due pezzi del loro repertorio: "Aushwitz" che deve avere mandato in solluchero il nerocamiciuto assessor Bertucci e "Bella Ciao", che deve aver provocato un attacco d'orticaria al sindaco con baschetto da parà.
Quelli che hanno studiato direbbero: la Nemesi dei Nomadi.
E sempre a proposito di nomadi, ci permettiamo di fornire, in questo quadro di parata di antichi leoni della canzone, un suggerimento per il prossimo ingaggio: Claudio Lolli che potrebbe venire a cantarci il suo "Ho visto anche zingari felici", che siamo convinti sarebbe apprezzato da maggiorenti e forcaioli tutti.