A proposito delle analisi offerte recentemente alla stampa locale da parte di turisti “storici” dell’Isola, credo che l’atteggiamento più giusto di noi nativi e residenti non sia quello di chiuderci a riccio, offesi, mostrando gli aculei, ma di riflettere seriamente su quello che, mi sembra garbatamente, ci viene detto.
Penso infatti che l’amore per lo Scoglio di persone che da decenni lo frequentano ostinatamente, malgrado le pècche che individuano, non sia poi molto inferiore al nostro, che qui abbiamo radici, tronco, fronde e rami e vi viviamo tutte le stagioni dell’anno. L’amore per un figlio adottato non è minore di quello per un figlio naturale. Dunque, ritengo che le sollecitazioni esterne debbano essere accolte e valorzzate per rendere più bella, ospitale, organizzata e vivibile, anche d’agosto, la nostra Elba. E questo, ha ragione l’amica Alessandra Palombo, deve scaturire anzitutto da noi e dal nostro senso civico: i rifiuti lungo i cigli delle strade, ben visibili quando l’erba è tagliata; le mini discariche lungo le scarpate anche in posti paesaggisticamente sublimi, come il versante occidentale che si apre al mare infinito, alle altre sorelle dell’Arcipelago e al maestoso profilo montuoso della Corsica, sono solo frutto di turisti maleducati? La desolazione di certi fondi dismessi, pure nei centri storici, dai cui vetri polverosi, un tempo vetrine, si intravede il disordine dell’interno, da chi dipende?
Ormai, lo sappiamo bene, l’unica risorsa economica è rimasta il turismo, come la monocoltura in certi Paesi: perciò è quello che dobbiamo accogliere, coltivare e educare, anche con il buon esempio. Che è contagioso: se un luogo è pulito, ben tenuto, ridente è facile che ispiri altrettanta virtuosità e rispetto. E viceversa, purtroppo. Se non possiamo rimediare agli scempi edilizi compiuti – paesi “raddoppiati”, dove a breve distanza dal nucleo originario dominato dal vecchio campanile, ne sorge un altro, moderno giustapposto e brutto; coste deturpate da troppe costruzioni o da palazzi di altezza eccessiva non compiamone più e valorizziamo l’esistente, che ne ha tanto bisogno! L’ospite ormai, lo sappiamo bene, è sempre più qualitativamente esigente, anche per l’ampia offerta turistica nazionale e internazionale da cui è sollecitato: cerca mare pulito, litorali intatti, una vacanza che ricrei lo spirito oltre che il corpo; è sensibile alle iniziative culturali, alla musica di qualità e non al rumore, alle visite guidate nei siti archeologici, ad un’offerta programmata tra i vari comuni, in modo da non essere costretto a scegliere tra performances valide ma contemporanee.
Ma ricerca anche indicazioni stradali adeguate, viabilità scorrevole e soprattutto… accoglienza, affabilità e cortesia negli autoctoni. Che è poi quello che ricerchiamo anche noi elbani, quando, almeno di tanto in tanto, lasciamo l’amato Scoglio e diventiamo a vostra volta turisti.
Dunque non offendiamoci per quello che ci viene suggerito ma facciamone tesoro: sarà un bene non solo per la nostra economia, ma per la salute e la bellezza del nostro territorio e quindi, in ultima analisi, per la qualità della nostra vita di isolani non isolati.
Maria Gisella Catuogno