Pino Gamba non c'è più. Ha soffiato per infinite volte ed infinite ore nell' ancia del suo Sax e del suo Clarinetto, sul palco addossato ai forti platani della Piazza Matteoti versione 1.0 di Porto Azzurro, traendone la musica spensierata, che ha fatto ballare generazioni e generazioni di longonesi, e non solo, perché le serate del Carnevale vaporino, sono state per più di mezzo secolo l'evento che spezzava la monotonia dell'inverno isolano.
Gli alberi non ci sono più sostituiti da moderni puliti e freddi loro simulacri di plastica e acciaio (neanche brutti in sé, ma totalmente decontestualizzati) una "stecca" paesaggistica per tornare a parlar di musica, che tutto poteva incoraggiare fuori che lo spirito "liberatorio" e moderatamente trasgressivo del Carnevale, facendone un posto asettico inadatto per essere coperto da una coltre di di girandole e coriandoli, improprio per lo strusciarci migliaia di piedi e di cuori su un pavimento reso algido dalle peggiori tramontanate, riuscendo a "scaldarlo" facendo confuire là in maschera i più improbabili personaggi, colti da sana temporanea follia.
Mummificata la piazza, inibito, ibernato e accapponato il Carnevale, posti nel dimenticatoio i suoi "pifferai magici".
La cronaca dice che a 90 anni si è spento nella sua casa longonese Pino Gamba che forse più di ogni altro del Carnevale è stato l'anima, e che oggi pomeriggio (lunedì) si terranno le sue esequie.
Gli affettuosi accenti che in queste ore si manifestano nel suo ricordo, le prendiamo come grati e tardivi riconoscimenti a lui, ed a tutte quelle persone che hanno contribuito a rendere più lieve la vita di una comunità intera.
Non è stato poco.