Non ci dimenticheremo mai di un nostro concittadino da tempo scomparso, una brava ed onesta persona, che aveva però lo strano vezzo di atteggiarsi ad anarchico e libero pensatore, appellandoci "Cittadino Rossi", citando ad ogni pie' sospinto Pietro Gori e sfoggiandone perfino il noto fiocco nero in luogo della cravatta, quando poi, poco coerentemente, ostentava anche il titolo di Cavaliere, o cantava in pubblico il "piangi" vestendo la cappa di una confraternita religiosa, cose che un anarchico vero avrebbe trovato, quanto meno, disdicevoli.
Orbene, sempre a proposito di coerenza, cari lettori, se qualcuno vi esortasse a smettere di fumare come ha fatto lui, con un appestante sigaro toscano acceso ed impanato in bocca, o vi esortasse a diventare vegetariani, anzi vegani, tra un morso e l'altro di una stiaccia coi ciccioli di maiale infarcita di coppa (soppressata per i padani), vi sentireste del autorizzati a contestargli: "Ti stai prendendo giuoco di me? Ma non è che tanto-tanto mi pigli pel culo?".
Ordunque non è che sia tanto diverso dire "La politica fa schifo, dammi il voto", perché niente è più politica di chiedere a qualcuno, con il voto, la delega a decidere in sua vece. Precisiamo quindi, giudicando bastevoli i motivi per essere fortemente incazzati, che non ce l'abbiamo con chi genericamente ce l'ha con la classe politica, né con chi si astiene, anche se personalmente non lo faremmo mai, ma non sopportiamo essere presi per il culo.
Su questa strada ci sono altri aspetti su cui ci piace un po' ragionare e sono quelli della pseudo-delega e della pseudo-investitura. Ricorriamo anche qui a due antiche ed assonanti domande retoriche ferajesi: "come ti presenti" e "cosa mi rappresenti",che venivano poste spesso a chi sosteneva tesi bislacche e/o più ancora a chi ostentava eccessiva sicurezza nella interpretazione del sentire comune, dichiarandosene esegeta autorizzato.
Tutte le volte che sentiamo qualcuno dire "perché la gente vuole..", "perché la gente dice", ci verrebbe voglia di chiedergli: "hai fatto un sondaggio?" e soprattutto ci viene da dare ragione, ad anni di distanza, all'esponente più di sinistra della destra elbana, ad Angelo Zini, che, quando stavamo nello stesso partito, una volta affermò: "Quando sento usare il termine GENTE mi incazzo".
Come dire è bene che quante più persone pretendano di partecipare alle scelte di una comunità (quindi fare politica) ma nessuno può pensare di rappresentare le istanze di chi non lo ha espressamente delegato a farlo.
Ciò vale per i comitati, che si formano su specifici temi e portano avanti iniziative civicamente lodevoli, ma a maggior ragione vale per i partiti, i quali in gran parte (almeno a livello locale, ma temiamo non solo), si sono ridotti ad essere poco più di esclusivi clubbini, che gestiscono una fetta di potere (e danaro) spropositata rispetto al numero (e perfino alle risorse intellettive) dei frequentatori. Luoghi in cui la democrazia interna si esercita tra Mimì, Cocò ed il terzo innominabile, quindi non si esercita affatto.
Crediamo che la riforma della politica dai partiti dovrebbe muovere, e siamo tra coloro che pensano che per farne degli strumenti democratici veri, i partiti dovrebbero vedere regolamentata da precise norme di legge la vita, il funzionamento; e ciò dovrebbe applicarsi alla gestione finanziaria quanto alla selezione delle dirigenze
che, infine, alla scelta delle candidature amministrative e politiche da far emergere da primarie anche esse ovviamente "regolamentate".
Non sappiamo se una siffatta "piccola rivoluzione" si tradurrebbe in un incentivo alla partecipazione, certo si darebbero meno occasioni per far pensare che "la politica fa schifo".