La diabolica abilità della classe dirigente elbana nell’escogitare nuovi inconsistenti temi da aggiungere a tutti quelli sul piatto da decenni, molto consistenti e mai risolti finora, in modo da rendere ancora più complicato e, alla fine, abbandonato per sfinimento ogni tentativo di fare qualche passo avanti nella gestione delle ormai cristallizzate emergenze isolane (la lista, ormai scolpita nei nostri cuori, la conosciamo tutti) si è manifestata in una nuova, garrula esternazione del primo cittadino longonese.
Visto che la sanità elbana è sotto attacco, visto che la bufala della privatizzazione del trasporto marittimo si è risolta in un monopolio degno di gabellieri medievali, visto che la manna turistica si è ridotta a 8/9 settimane all’anno, visto che i nostri otto comuni non riescono a fare insieme nemmeno un canile (fate almeno il canile cazzo!) il primo cittadino di P.A. se ne esce con un nuovo, intrigante, fronte di mobilitazione: Livorno o Grosseto, questo è il problema.
L’ebbrezza del vuoto sembra rappresentare il succo profondo della discussione. Ricorda, per puerile affinità, il ripopolamento umano dell’isola, a somiglianza di quello avvenuto a suo tempo con i cinghiali, sostenuto con maschio sprezzo del ridicolo qualche anno fa dall’ex guru piaggese.
L’evanescente primo cittadino longonese, mentre si batte contro un’unico comune, porta a sostegno della sua proposta, Grosseto al posto di Livorno, la necessità di unificare l’arcipelago sotto un’unica provincia.
I formidabili testacoda delle psiche dirigenzial-amministrative ci lasciano, per l’ennesima volta, allegramente stupefatti.
Il Mitile Ignoto