La grande piazza Facebook è ancora una volta e sempre di più, lo sfogatoio e il luogo di ostentazione di ciò che si pensa e si fa. Se fossimo in una piazza vera, con amici in carne e ossa, alcune cose ce le risparmieremmo, qui no, alla luce dei nostri schermi il novello bar della piazza non nega uno spazio a nessuno.
E il referendum è l'argomento principe in questi giorni. Un referendum dai quesiti così complessi che la comprensione piena penso sia limitata a pochissimi punti percentuali.
E nonostante tutto, si è trasformato in un acceso dibattito esistenziale tra i portatori del si è quelli del no. Per fortuna ci ha pensato subito Renzi a far chiarezza: coloro a cui sto simpatico votino Si, gli altri di conseguenza.
Una così facile semplificazione ha reso la vita più facile a tutti, ha legittimato chiunque a scrivere che voterà No.
Ma come si sa gli indecisi ci sono sempre, e restano indecisi fino all'ultimo.
Questa grande massa di ostentazione nelle dichiarazioni di voto, questa certezza che vinca il No, porta però a fare dei ragionamenti contorti nella mente delle persone:
"vincerà il no di sicuro, ma siccome non mi piace lo stato attuale delle cose, voglio esprime questo palese disagio, e non voglio che vinca con una percentuale così schiacciante che sembri che ora tutto va bene, allora quasi quasi voto Si, tanto tutti gli altri voteranno No!"
...E fu così che la Gran Bretagna uscì dall'Unione europea, e che ora abbiamo un improbabile presidente degli Stati Uniti.
Franco De Simone
Caro Franco
Dopo esserci sciroppati paginate e paginate di roba (in gran parte robaccia), prodotte da una classe politica e da quasi tutto un popolo impiccato per mesi (ci sia consentito il francesismo) a questo cazzo di referendum, troviamo che la tua breve ed educata nota sia una boccata d'aria, una perla di saggezza elettorale e pure di stile, che meriti uno spazio di riflessione un po' meno "volatile" delle pagine di FaceBook alle quali l'avevi destinata. Aggiungiamo solo, al termine di questa "ballade des pendus" in salsa costituzionale, che, comunque vada, il 5 Dicembre dicembre ci sarà da rimettersi a lavorare, ed a rimettere insieme i cocci di un paese spaccato. Non sappiamo se chi ha voluto questo feroce scontro pagherà o sarà gratificato in termini di consenso elettorale, lo scopriremo - diceva la canzonetta - solo vivendo, ma siamo pressoché certi che un conto salato glielo presenterà la storia.
sergio rossi