Se qualcuno mi si presentasse dicendo con aria saputa: "Beh insomma questa teoria eliocentrica... la terra che gira intorno al sole! In fondo sono idee cinquecentesche!" credo che sarei indeciso tra a l'invito sospendere le libagioni o quello di rivolgersi a chi ha vere competenze psichiatriche. Ma credo che entrambe le esortazioni potrebbero comporsi mirabilmente nella sintesi ferajese "Posa il fiasco e fatti cura' da uno bravo"
Confesso di provare identica pulsione tutte le volte che sento qualcuno venirsene fuori con il parallelo ragionamento: "Oggi non c'è bisogno di parlare di sinistra o di destra, sono categorie ottocentesche!"
E' quest'ultimo un ragionamento di una totale irrazionalità (e ignoranza storica) per il quale si può mutuare il notissimo "Quando il dito indica la luna lo scemo guarda il dito".
Confondere gli strumenti generati dalla "politica" - oggi - quali partiti, movimenti, fondazioni etc, con la filosofia, la visione del mondo che dovrebbe animare gli individui che vi si ritrovano è concettualmente un errore micidiale.
Al di là degli scetticismi e le ironie in materia (qualcuno rappresentato anche intelligentemente, pensiamo a Gaber) al netto dei dubbi che è sacrosanto avere (solo gli stronzi, gli stupidi ed i presuntuosi non ne hanno) ben oltre le autodefinizioni, contano le azioni che si compiono a destra, a sinistra o al centro, e, se esistono questioni e posizioni delle quali, su singoli argomenti si può discutere in quale campo siano collocabili, ci sono atti indiscutibilmente di Sinistra e di Destra.
Credo - per sgombrare il terreno da fraintendimenti - che tutte le posizioni che consentano al prossimo di dissentire e democraticamente replicare, abbiano uguale dignità. Ma occorrebbe fare un poco di chiarezza lessicale (direi perfino semantica ma poi mi va in crisi l'assessore) su queste parole: Sinistra e Destra.
Il PD ai tempi di Renzi si ostina a definirsi di centrosinistra ma riflettiamo:
- abolire delle garanzie per i lavoratori (articolo 18, Jobs Act, etc.) fare politiche che vengono sistematicamente applaudite da Confindustria e avversate dai sindacati etc, spingere per la "liberalizzazione", cioè per la privatizzazione, dei servizi, fare altri sconti agli evasori fiscali, salvare i sederini dei banchieri cialtroni e permettere loro di fottere i risparmiatori, restringere la capacità di contare del singolo cittadino, non fare investimenti strutturali ma applicare la politica delle regalie ora a questa ora a quella categoria, non fare nulla di serio ed inclusivo per l'occupazione dei giovani, o per correggere nella sostanza un sistema pensionistico che grida vendetta, avere una politica ambientale e di uso e messa in sicurezza del territorio evanescente, consentire che in questo paese si divida in sempre più ricchi e sempre più poveri, con un sistema sanitario sempre meno gratuito ed un sistema scolastico pubblico allo stremo, è definibile di SINISTRA?
No questo si definisce LIBERISMO, è un modello di sviluppo che crede che l'economia di mercato possa risolvere ogni problema da sola. Posizione filosoficamente rispettabile, che però pone l'uomo intraprenditore - non l'essere umano il cittadino in quanto tale - al centro del suo costrutto, ed il LIBERISMO è patrimonio culturale della DESTRA, e, quando a professarsi convinto liberista è nientemeno che il nuovo Belzebù (per Renzi e stretti sodali) Bersani, il faro della sedicente sinistra interna, siamo alle comiche. Questo nuovissimo PD è un partito centrista (una riedizione, ma in peggio, della vecchia DC) che ha alleanze ed obiettivi strategici alla sua Destra. Facciano chiarezza, smettano di definirsi quello che nella sostanza dell'agire non sono.
E' vero questa mistificazione è resa possibile anche dal fatto che non esiste (ancora) in italia una SINISTRA organizzata, che sia numericamente accettabile, e per quanto personalmente mi senta comunista, quello che vagheggio non è la creazione di un partito bolscevico, no, mi contenterei di molto meno, vorrei che ci fosse in Italia una SINISTRA meno inutilmente rissosa di quella che abbiamo, assimilabile a quella che c'è quasi ovunque nel resto dell'Europa occidentale. E prima o poi dovrà sostanziarsi, perché la politica, come l'acqua, ha "orrore del vuoto"; vedremo e (dal mio punto di vista) speriamo.
Non ragiono delle sorti della DESTRA (l'ho sempre frequentata poco) se non per dire che credo che una destra seria, "europea" anch'essa - con la quale sarei comunque in disaccordo - se non per dire che una destra ripulità dal razzismo salviniano (i legaioli hanno tutte le caratteristiche per definirsi i fascisti del presente e del -speriamo di no - futuro) sarebbe da considerare come una risorsa per il confronto democratico.
E (solo per gli eroi che hanno seguito i miei ragionamenti fin qui) arriviamo al più spinoso soggetto da trattare: il M5S.
Se si prova a chiedere ad un convinto sostenitore pentastellato se si sente di SINISTRA o DI DESTRA questi è capacissimo di rispondere "OLTRE", che è come se tu chiedessi a uno se ha i piedi nell'emisfero nord o in quello sud e quello ti rispondesse: "Sto sulla Luna" dove notoriamente non si registrano presenze antropiche.
La cosa più acuta sul posizionamento del M5S - a mio opinabile avviso - l'ha enunciata Bersani (e si dovreste aver inteso che io non mi sento affatto stregato dallo smacchiatore) che più o meno ha detto "Per il Movimento 5 stelle hanno votato e votano persone di sinistra, di centro e di destra, quindi è un partito centrista" ed ha aggiunto: "... quindi il PD ci deve ragionare"
In effetti paradossalmente tra i due partiti se li ricollochiamo dove devono stare - né decisamente a SINISTRA né decisamente a DESTRA - qualche analogia la si trova, e tra queste due che personalmente non mi piacciono neppure un pochino (ma piacciono a molti italiani, quelli a cui avere un capo supremo dà senso di sicurezza) entrambi hanno un autocrate (anche se ultimamente quello piddino comincia a traballare) al vertice, in entrambi vige una democrazia che è più di facciata che di sostanza.
Entrambi poi necessitano, per prendere il potere della conquista della casalinga di Voghera, del corpo molle (populista incazzato e/o in cerca di rassicurazioni) dell'elettorato del non politicizzato centro. Gli stili sono diversi ma il "nuovismo" la "vis rottamandi", lo scarso rispetto per le altrui persone, la ricerca dell'autosufficienza, dell'autoreferenzialità sono singolarmente simili, così come la pretesa di essere "speciali" depositari dell'unica indiscutibile Verità.
Sia chiaro io non voterei per Renzi o per Grillo neppure con una pistola alla tempia, ma non nascondo che nel M5S ci sono diverse persone con cui mi capita quotidianamente di interloquire (molte meno ne trovo nel PD) e pure di trovarmi in accordo su parecchie specifiche questioni.
Neppure voglio celare che ho pensato che una salutare scossa alla palude italiana, in qualche caso l'abbiano pure data.
Mi capiranno però i ferajesi quando dico che M5S "mi è cascato di collo" in particolare nelle ultime ore.
Vedete, nella perfetta convinzione che ciò sia scarsamente rilevante, io sono sempre stato un proporzionalista convinto, non mi importa niente di "sapere chi governa la sera delle elezioni", le consultazioni elettorali non sono la finale della Champions né una partita a briscola. in Germania una volta ci han messo 4 mesi per fare un (buon ed efficiente) governo. Ho pure votato contro il mio partito (che all'epoca era una cosa seria) per riaffermare questo principio.
Ma,dopo aver visto i deputati M5S qualche mese fa insorgere contro questa porcheria che è l'Italicum, facendo professioni di proporzionalismo, sventolando cartelli urlando e lanciando invettive, profilandosi un interesse di bottega, li ho rivisti nel volgere di un mattino (presumibilmente perché caro lei l'ha deciso Lui) loro puri e duri che non scendono mai a compromesso alcuno, dichiararsi disposti non solo a ingoiare il rospo italicum (che nessuna fatina della Corte Costituzionale trasformerà baciandolo in principe) ma proporre pure di esportarlo al senato. Una cosa degna della peggiore "partitocrazia" del tempo che fu. I principi non si barattano mai con qualche voto.
E io nella buona politica, che di principi etici si nutre, ci credo, e credo che ci sia spazio per ripulire i partiti, farne di nuovi, farli diventare quello che dice la Costituzione: strumenti della democrazia, luoghi dove si formi una classe dirigente degna ed efficiente.
Sono conscio di avervi rotto le palle, così come di non essermi guadagnato simpatie (avendo parlato male un po' di tutti) ma tanto vi era dovuto, la mia fino in fondo dovevo dirla, prima che ricominci il tourbillon di un'altra pallosissima campagna elettorale.
vi ringrazio