Egregio Direttore
vengo a chiedere ospitalità nel suo distinto giornale on-line, ormai di riconosciuto livello globale, desiderando divulgare al Mondo intero una eccezionale produzione artistica post moderna 4.0.
E' essa una rappresentazione del Mondo che ci circonda, con ombre e tinte sfumate che ricordano antichi colori in quel caos semantico con chiare anticipazioni olistiche, che nei suoi canoni resilienti ci riconduce al pensiero di Aristotele e Kant, per attualizarsi nei sublimi strappi di Fontana che attraverso gli imballi di Jomo Tani ci conducono fino a Kounellis e alle sue grandi manifestazioni di arte povera, sfilacciata nelle periferie delle grandi metropoli.
Ho avuto il grande privilegio di scoprire casualmente questa opera di eccezionale livello percorrendo le stradine di un piccolo paesetto elbano. Potrà notare dalle immagini che Le invio, la ricercata disposizione dei materiali, dal palo ligneo tagliato giusto al livello del suo ancoraggio, che appare aprire uno spazio dove matasse di cavi telefonici, bobine, cassette giacciono sul selciato o sospesi nel vuoto in una sapiente sinergia fra un dualismo spaziale e temporale, che non può non portarci a sublimare la vera essenza del bello .
E' un' opera mi dicono che risale al Novembre passato, quando una sventolata fece crollare il palo della linea telefonica e comportò l'immediato intervento degli operatori che nell'arco di appena una settimana riuscirono a ristabilire i collegamenti e tagliare il palo. Avrebbero potuto raccogliere i cavi, sistemate le linee aeree e lasciare lo stradello in condizioni di decoro e sicurezza come alcuni disperati abitanti del paesello chiedevano e chiedono. Misera gente, priva di qualunque sensibilità artistica, che certo non merita la grande opera artistica che natura e uomini creativi hanno lasciato in dono al paesello.
Spero vivamente che le autorità preposte intervengano prontamente per vincolare l' opera e salvaguardarla da qualunque intervento di ripristino e messa in sicurezza dello stradello.
Ringraziandola Le invio cordiali saluti
Hans Trangvasen
Critico d' Arte di Germania
Con deferenza mi inchino e pubblico