Doverosamente premesso (a scanso di equivoci) che siamo d’accordo con chi protesta per la sanità ammannitaci da mamma-regione e che speriamo che la manifestazione programmata per venerdì risulti il più possibile partecipata, confessiamo di essere letteralmente sobbalzati quando abbiamo letto la lettera inviata da Ruggero Barbetti ai dipendenti del comune di Capoliveri, pubblicata in altro articolo del nostro giornale ma che riproduciamo anche qui di seguito:
IL SINDACO DI CAPOLIVERI (comunicazione ai dipendenti del Comune)
Carissimi, questo pomeriggio è stato convocato il Consiglio Comunale per discutere la situazione della Sanità Elbana.
Sarà mia intenzione proporre, in quella sede, la chiusura degli uffici Comunali dalle 8.30 fino al termine della manifestazione di cui all’oggetto per autorizzare tutti Voi dipendenti a partecipare alla suddetta manifestazione a favore del diritto costituzionalmente garantito alla salute di tutti i cittadini e in questo caso anche dei cittadini Elbani.
Nel caso di mancata partecipazione, in considerazione del fatto che gli uffici saranno chiusi, tale giorno verrà considerato quale congedo ordinario.
Certo della vostra unanime partecipazione si inviano cordiali saluti.
Orbene, non avevamo alcun dubbio che il laborioso popolo capoliverese avesse della creatività, ma che il suo sindaco fosse così fantasioso da giungere a partorire un provvedimento così concettualmente incasinato non lo avremmo mai sospettato.
Passi la prima parte, anche se si potrebbe eccepire che forse un cittadino che trovasse gli uffici chiusi senza essere stato avvertito col debito anticipo, avrebbe licenza d’incazzarsi, il capolavoro è il terzo (coercitivo) periodo, laddove si specifica che agli eventuali neghittosi dipendenti, che non si avvalessero della facoltà benignamente concessa di partecipare alla manifestazione, vedranno decurtate, come afferma il puerpero, di un giorno le ferie “in considerazione del fatto che gli uffici saranno chiusi ..” (anche se di solito per assentarsi da un ufficio chiuso non si prendono le ferie)
Sommessamente rileviamo:
a)Così come viene messa i dipendenti sembrerebbero non posti in libertà, ma tenuti a prestare servizio “manifestando” (e non ci pare che nel mansionario dei pubblici dipendenti ci sia l’obbligo di manifestare laddove lo decidano gli amministratori) prova ne è il doversi mettere in ferie se non si va a manifestare.
b)Siamo curiosi di capire come verrà controllata (nella prevedibile confusione che ci sarà a Portoferraio) l’effettiva partecipazione (per convinzione o per non perdere un giorno di ferie) dei dipendenti in oggetto. Arriveranno tutti in squadra allineati e coperti? Dovranno segnalare la loro individuale presenza ad un incaricato?
Una cosa è certa: il Sindaco manifestante ha una concezione almeno curiosa dei diritti e doveri dei dipendenti e della normativa che regola il funzionamento di un Ente. Ed un’altra cosa ci sorprende: a quanto almeno ci risulta, nessuno (indipendentemente da come la pensa sulla sanità e sulla opportunità di manifestare) ha fiatato.
Ci è capitato di prestare per una quarantina di anni “onorato e tranquillo servizio” come dipendente pubblico, e giuriamo che se un presidente qualsiasi si fosse permesso di scriverci una cosa del genere gli avremmo piantato un casino che se lo sarebbe ricordato finché campava.
Ma Capoliveri è comunque un caso a parte, forse gode addirittura di extra-territorialità, anzi forse è una repubblica a parte: la Libera Repubblica Caput-Liberese