Ci sono molti modi per occuparsi della questione dell’eradicazione dei mufloni all’Elba: quello radicalmente etico delle associazioni animaliste, quello di chi afferma “è necessario farlo ma nella maniera che provochi meno sofferenze possibili agli animali” di Legambiente e del Wwf, quello lucidamente scientifico del Presidente del Parco Sammuri, quello politico/amminnistrativo della sindaca di Marciana Anna Bulgaresi… e poi c’è quello "a scosciagalletto" della consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Irene Galletti, che sembra essere in perfetta sintonia con le scombicchierate tesi della fondazione Elba e del suo manipolo di noti etologi.
Infatti, la Galletti, annunciando una mozione sul tema in Consiglio Regionale, parla di delibera del Parco illegittima e chiede alla regione di «attivarsi per la sua revoca», cosa abbastanza problematica, visto che l’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano è sovraordinato alla Regione e che quella delibera è stata approvata – più di un anno fa non ora, eh! – anche dai 4 rappresentanti della Comunità del Parco (compreso quello indicato dalla Regione) e che la stessa comunità del Parco non ha avuto nulla da eccepire, anche perché la sollecitazione a deliberare in questo senso veniva dalla Sindaca di Marciana.
E’ abbastanza umoristico che la Consigliera regionale pentastellata scriva: «La legge 394/1991 parla chiaro: nei parchi nazionali i prelievi faunistici si fanno 1. solo se necessari, e a dirlo è ISPRA, 2. Solo dopo aver sperimentato prima metodi ecologici di contenimento non cruento per ricomporre eventuali squilibri accertati dall’ente Parco. Qui manca tutto: manca il parere ISPRA, mancano queste azioni preliminari obbligatorie».
In realtà, anche se la Galletti non lo sa, non manca proprio nulla: tutto è stato fatto secondo la legge e con il necessario parere Ispra, e peraltro l’esponente pentastellata sembra essere all’oscuro che ogni anno nel Parco vengono uccisi centinaia di mufloni in base ai censimenti che consentono all’Ispra di autorizzare gli abbattimenti.
Ancora più involontariamente umoristico è l’anatema «Se qualcuno ha preso il Parco Nazionale dell’Arcipelago per una riserva di caccia per qualche amico ha sbagliato di grosso», perché i mufloni all’Elba non ci sono per grazia divina, ma proprio perché qualche genio – molto prima che venisse istituito il Parco - aveva scambiato l’Elba per una riserva di caccia nella quale immettere mufloni e cinghiali (per non parlare del tentativo fortunatamente fallito di immettere i daini e le istrici).
Ma la vetta dell’umorismo involontario la Galletti la tocca quando tuona: «Ci troviamo di fronte al consueto malgoverno. Se i mufloni sono un problema per l’Isola d’Elba non lo può decidere la percezione di chi siede nel Consiglio Direttivo dell’Ente Parco». E chi dovrebbe deciderlo, i Consiglieri regionali? Oppure il presidente della pro-loco o ancora quello di una bocciofila?
Forse la Consigliera non lo sa, ma il Direttivo del Parco sarebbe - secondo la Legge 394/91 che la Galletti cita a casaccio e a piacere – l’organo di governo del Parco che ha proprio il compito di decidere queste cose.
Sarebbe come se un Consigliere del Parco dicesse che la Galletti e gli altri Consiglieri regionali non possono votare le leggi della Regione Toscana sulla caccia e sui parchi perché non hanno “la percezione”, o come se un Consiglio Comunale non potesse votare il Piano strutturale perché non ne capisce niente (oddio questa sarebbe più plausibile ...)
Inoltre, i Consiglieri grillini toscani invocano misure alternative e incruente che però non specificano, probabilmente pensano di adottare qualche centinaio di mufloni e dopo averli convinti a seguirli dividerne lo stanziamento tra il Giardino di Boboli, le Cascine e Piazza della Signoria...
E’ evidente che non c’è nessun vulnus alla legalità, così come è evidente che il M5S prende spunto dai mufloni elbani per sparare addosso – metaforicamente eh – agli assessori fiorentini.
Ma le magagne della politica regionale toscana non c’entrano nulla con i mufloni dell’Elba e col Parco Nazionale: tiro padellato, sbagliato, e tornato indietro di rimbalzo.
Se poi si accusa (giustamente) il PD di fare inciuci con la destra in Toscana, alleandosi contemporaneamente, in difesa delle povere pecorelle selvatiche, con un pezzo di ben ingrembiulata destra elbana, qualcosa, anzi parecchio, non torna.
In sintesi e in ferajese se la consigliera "se ne steva" avrebbe evitato di ammannirci un gratuito sciocchezzaio in salsa di muflone di cui non si sentiva affatto la mancanza.
BushONE