LIMPIDO E CRISTALLINO
Nei giorni scorsi, alcuni dirigenti dei partiti fiorentini sono venuti in soccorso di questa Amministrazione ormai agli sgoccioli: e hanno definito nientemeno che «limpido» il governo del sindaco Ciumei.
Secondo il dizionario Gabrielli, l'aggettivo «limpido» significa chiaro, nitido, sincero. E il dizionario Treccani dei sinonimi rincara la dose: trasparente, cristallino, pulito, completamente privo di impurità.
Quei signori venuti da Firenze chiedono che il sindaco «limpido» sia elevato all'onore degli altari: a gran voce, lo vogliono «Santo subito».
Insomma il Beato Andrea, Vergine e Martire.
SBISBIGLIO
Passiamo in rassegna alcuni esempi di limpidezza e trasparenza di questo sindaco. L'ingegner Di Pirro, consigliere comunale, ha lamentato su Elbareport che in tantissime occasioni il sindaco si è sottratto al confronto con l'opposizione e con i cittadini, come se gli affari pubblici fossero una materia riservata in esclusiva a lui e ai suoi amici più intimi.
Nel maggio del 2016 io ho chiesto pubblicamente perché il sindaco ha regalato cinquemila euro alla società "Sbisbiglio" di Campi Bisenzio.
Cinquemila euro presi non dalle proprie tasche, ma dalle casse comunali, cioè dalle tasche dei cittadini.
Perché non li ha dati alla Pro loco o a una società sportiva del paese?
Dopo un anno, il sindaco ancora non mi ha risposto. Questo amministratore limpido, trasparente e cristallino si rifiuta di spiegare il motivo di tanta generosità verso una società fiorentina, che nessuno in paese conosce.
I LAMPIONI «INTELLIGENTI»
Anche sui «lampioni tecnologici» − costati 82.000 euro − il limpido sindaco si rifiuta di rispondere.
Non ha spiegato le ragioni per le quali non è mai entrato in funzione il sistema dei lampioni che erano stati strombazzati come «intelligenti», perché dotati di tecnologia avveniristica.
Forse non erano abbastanza intelligenti.
L'INTONACATURA DELLA TORRE
Questo sindaco «limpido» e trasparente non ha mai spiegato neppure perché la torre del porto − che è stata data in concessione al Comune, ma che tuttora appartiene allo Stato − debba essere intonacata a spese del Comune (cioè dei cittadini di Marciana Marina).
Ho letto una delibera comunale che fa riferimento a una convenzione fra Soprintendenza, Università di Firenze e Comune. La convenzione stabilisce che lo Stato proprietario della torre (rappresentato dalla Soprintendenza) non spenda nemmeno un centesimo e che il Comune paghi l'intero conto: circa mezzo milione di euro.
La Soprintendenza − nella cui pianta organica sono inclusi diversi architetti − non provvede neppure alla redazione del progetto e alla direzione dei lavori: perciò si ricorrerà a un libero professionista.
L'architetto progettista − ovviamente − ha il diritto di essere pagato per il suo lavoro: il solo progetto (non l'esecuzione dell'opera) costerà circa cinquantamila euro; e altrettanto costerà la direzione dei lavori.
Centomila euro sono una discreta somma, che avrebbe potuto essere risparmiata, se il sindaco avesse avuto l'accortezza di chiedere che la Soprintendenza si accollasse almeno la progettazione e la direzione dei lavori. Ma non gli è venuto in mente.
Non entro nella discussione su un restauro che non sembra essere soltanto conservativo.
IL PIANO DEL COLORE
Questo sindaco «limpido» e cristallino non ha neppure spiegato perché ha sentito il bisogno − unico sindaco dell'intera isola − di far redigere un piano del colore, quando il numero delle facciate del lungomare che in un anno vengono ridipinte oscilla fra zero e uno.
Il piano del colore, redatto dall'architetto Centauro è divenuto anche un libro. E i cittadini di Marciana Marina hanno pagato le spese di pubblicazione.
ISTERICO?
Nelle mie domande non c'è nessuna arrière-pensée, allusione, insinuazione.
Mi limito a osservare un dato oggettivo: nonostante i miei ripetuti solleciti, il sindaco non ha mai risposto. Fra pochi giorni se ne andrà a casa, senza aver dato chiarimenti ai suoi concittadini, che pure hanno pagato il conto per le sue decisioni.
Perché il sindaco − «limpido», trasparente e cristallino − continua a tacere? Non me lo so spiegare.
Forse è un gesto istintivo di stizza: il sindaco si è indispettito, perché qualcuno ha l'audacia di chiedergli spiegazioni. Eppure in democrazia chiedere spiegazioni è un fatto normale. Non è un gesto sovversivo. Non è un reato di lesa maestà.
In un'intervista al Corriere elbano, il sindaco di Portoferraio Mario Ferrari ha definito «isterico» il comportamento del Ciumei.
Per quanto mi riguarda, io non oserei mai avventurarmi nella diagnosi di una nevrosi, usando un aggettivo così tranchant e così ambiguo: è noto che la psichiatria classica e la psicanalisi non sono scienze esatte.
Preferisco ricorrere a aggettivi che esulano dalla patologia, come arcano, misterioso, latomico, occulto.
Latomico e occulto si dice anche della massoneria, senza offesa per nessuno.
Gian Piero Berti