Così come ogni rosa ha la sua spina e ogni giorno ha la sua pena, ogni notte elbana ha la sua fava lessa (per i foresti: umano glande sottoposto a cottura mediante ebollizione), appellativo che gli indigeni elbanesi dedicano a coloro nei confronti dei quali la natura non è stata molto benigna e difettano di perspicacia e/o educazione e/o controllo del proprio agire e parlare.
Chiaro che a seconda del grado di scempiaggine delle azioni condotte si può essere classificati come piccole, medie o grandi fave lesse, ma la performance notturna di un allogeno sul litorale campese di cui ci giunse novella, ce lo fa collocare, fuori categoria, tra le "Incommensurabili Fave Lesse"
Ordunque era in corso il varo dei finora ultimi figli della prolifica Federica, e c'era molta gente disciplinatamente fermatasi oltre la zona nastrata, lo spazio di spiaggia all'esterno della "pista di lancio verso il mare dei piccoli rettili" nella quale si muovono (con cautela e in silenzio) solo gli operatori che partecipano attivamente all'importante evento naturalistico.
Ma un (unico) soggetto (d'ora in poi useremo l'acronimo I.F.L.) ha pensato non solo di penetrare nella zona interdetta e di appoggiarsi al recinto, ma pure di spostare il telo parasole per meglio vedere.
Orbene, prima di chiamare i Carabinieri Forestali, uno degli "autorizzati" ha tentato la via dello sgombero bonario, invitando il sessantenne signore (distinto ma non sufficientemente distante, per la buona pace dei nascenti) a tornare là dove gli era consentito stare.
Qui è cominciato uno scambio di battute in cui si è "parsa la nobilitate" dell'I.F.L. che ha replicato con un fortissimo argomento: "Io sono in vacanza e ho diritto di vedere le tartarughine...". L'interlocutore dopo avergli ironicamente chiesto se avesse pagato un biglietto, ha reiterato l'invito a rispettare il lavoro degli altri sgombrando, ma si è sentito rivolgere un altezzoso "E lei chi sarebbe?" "Il responsabile dei volontari che sono qui - replicava l'altro che iniziava un tantinello a incazzarsi - e lei deve comportarsi bene ..."
Ordunque, poteva in un simile frangente l'I.F.L. , farsi scappare l'occasione del "lei non sa chi sono io?" no, e infatti ha controbattuto dichiarando di essere "... una persona mooolto importante (!)".
Ciò deve aver provocato un'accellerazione del figurato movimento rotatorio in area riproduttiva (un giramento di tartarughe insomma) nel volontario-capo, che ha tagliato la testa al topo, con una ferma ma gentile allocuzione: "Allora levati di culo e vattene a casa!"
Forse la determinazione delle parole, forse perche l'I.F.L. - ignaro peraltro che la schiatta del suo antagonista è nota quivi come quella dei "Veleni" - si rendeva conto che "tirava ariaccia", ma l'invasore decideva una saggia ritirata, facendosi inghiottire dalla turba dei comuni mortali che stavano oltre il nastro e dal buio della notte.
Peccato non disporre della sua immagine, nella galleria dei ritratti delle "Fave Lesse 2017" ci sarebbe stata d'incanto