Una delle tecniche preferite dai bambini, se colti in fallo, è quella del silenzio. L’evitare di dare risposte di qualsiasi genere è dovuto , in primo luogo, alla difficoltà di inventare sul momento bugie tanto fantasiose quanto spesso incredibili, ma come seconda, e forse più profonda esigenza, ha lo scopo di facilitare il processo di oblio di quanto successo. In sostanza, meno se ne parla, prima l’episodio, la cosa, la marachella sarà dimenticata.
E vabbè, ‘e criature so’ piezz’e core” dicono, più o meno, dalle parti di Napoli, ma altrettanto non si può dire degli adulti, soprattutto poi se inseriti ai vertici di strutture di governo regionale. La regione dunque non è un piezz’e core, e, se viene posto qualche interrogativo sul suo operato, sarebbe carino se chiarisse, spiegasse, puntualizzasse. Qualsiasi cosa insomma, meno che tenere il broncio.
Orbene, per ricapitolare, qualche giorno fa viene cacciato, senza alcun complimento, da Toremar, fresca di passaggio di proprietà dalla Regione Toscana alla famiglia Onorato, il responsabile tecnico - http://www.elbareport.it/cronaca/item/191-gli-interrogativi-su-toremar -.
La caduta è rovinosa, tanto da indurre alle dimissioni lo stesso Presidente della società che, guardacaso, si trovava ad esserne Amministratore Unico nel periodo (i due anni precedenti) in cui Toremar apparteneva alla Regione.
Onorato, dal canto suo, la spiega così. Nei due anni precedenti (con Toremar di proprietà regionale) il responsabile tecnico ha speso oltre 14 milioni di euro di manutenzione. (non dice che in questo era, se non altro, implicitamente avallato dall’ allora A.U. Roma, ma la cosa è evidente). Con questa cifra, sostiene, dovremmo essere entrati in possesso di navi poco meno che nuove e invece, come ognuno può constatare semplicemente salendoci, i traghetti e l’aliscafo che abbiamo comperato sono dei carrettoni. Ergo, visto che, per rimanere nell’idioma partenopeo, accà nisciun’è fesso, e visto che i soldi ora li spendo io, per prima cosa mi libero dei responsabili, diretti e indiretti, di quella che possiamo, come minimo, definire una gravissima inefficienza che ha causato un ingente spreco di denari, per fortuna (sua ma non nostra) non miei ma della Regione Toscana.
La Regione, fino ad ora, non ha commentato.
La Regione che, in quanto proprietaria di Toremar, nei due anni di gestione, avrebbe perlomeno dovuto, attraverso l'ex, nella giunta Martini, assessore ai trasporti Riccardo Conti e l'attuale assessore, nella giunta Rossi, Ceccobao, verificare l’operato degli Amministratori e dei responsabili della Compagnia.
Per la cronaca e per quanto scrive il Fatto Quotidiano il 16 marzo 2012 - http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/16/corruzione-gamberale-conti-indagati-firenze-legami-caso-milano/197826/ - Conti è stato, dopo l’uscita dal Governo Regionale, responsabile nazionale delle infrastrutture del PD ed è attualmente membro (designato da Montepaschi) del CDA della società Fondo per le Infrastrutture, F2i della quale è azionista e Amministratore Delegato Vito Gamberale (ex Presidente di Autostrade), con il quale lo stesso Conti è indagato per corruzione. Alla base dell’indagine un finanziamento concesso dalla Regione (assessore Conti) sei anni orsono alla Società Infrastrutture Toscane (SIT) per 29 (dicesi ventinove) milioni di euro finalizzato alla costruzione della bretella autostradale Prato-Lastra a Signa nota agli abitanti della zona come il raccordo fantasma visto che i lavori non sono mai cominciati (e i 29 milioni mai stati resi). Sempre per la cronaca la Sit aveva, fra gli azionisti, la BTP di Riccardo Fusi (indimenticabili le conversazioni intercettate con Verdini – al tempo coordinatore PDL - nella spartizione di appalti sia all’Aquila che a Firenze) e il Consorzio Etruria, socio della BTP e vincitore a suo tempo della gara per la vendita di Vigneria, a Rio Marina, gara poi annullata dallo stesso Demanio.
Insomma, senza divagare ancora, appare chiaro che tacere come fanno i bambini, in questo caso risulta molto più rumoroso che parlare.