Abbiamo ricevuto da Confindustria una nota con la quale si ringraziavano i partecipanti al "convegno tematico": “Tribunale e sicurezza : servizi irrinunciabili per l’Isola d’ Elba”:
" Per quanto riguarda l’aspetto “Sicurezza” - si leggeva nella nota - sono stati evidenziati alcuni dati allarmanti, come il notevole incremento dei reati contro il patrimonio. Le Forze dell’Ordine hanno dimostrato in questi anni di saper ben proteggere il territorio ed anche in questo caso sono emerse proposte, come ad esempio la predisposizione nei centri urbani di telecamere di sorveglianza e la necessità di avere maggiori controlli direttamente sui traghetti. Quest’ultima proposta, che sarà oggetto di ulteriori verifiche e domande agli Enti preposti, intende raggiungere un obiettivo molto semplice, quello di scoraggiare l’arrivo sull’Isola di ogni tipo di delinquenza. Infatti secondo uno schema ormai consolidato generalmente chi commette un reato rilevante, generalmente arriva da fuori e riparte subito dopo averlo commesso. Un azione di controllo sui traghetti non comporterebbe ritardi per nessuno ed avrebbe a nostro avviso una funzione preventiva importante. Ricordiamo infine che venerdì prossimo 21 dicembre, alle ore 17.30 presso la sala dell’Associazione Albergatori in Calata Italia 37 a Portoferraio si terrà il secondo convegno tematico “Parco Nazionale e AMP : Si, no, come?” (!)"
Non avevamo fin dall'inizio preso troppo sul serio questa iniziativa pomposamente chiamata "Progetto Elba" ("ma progetto de che?" - osserverebbero nella capitale), interpretandolo come uno sforzo (de "los tres caballeros" che ne costituiscono il "brain trust", la luce e la guida) finalizzato a darsi importanza e lustro atteggiandosi a portatori di idee di governo su materie che ci paiono assai distanti dalle loro competenze, ed il comunicato confindustriale ci ha radicato nella convinzione.
Parafrasando il noto "hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato pace" si potrebbe azzardare un "hanno fatto chiacchiere da bar e le hanno chiamate progetto", perché di vane parole in libertà ci pare stiamo trattando, a partire da questa storia del "poliziotto (o carabiniere) di bordo", che che a nostro avviso è una patente fesseria, e sinceramente non comprendiamo come le Forze dell'Ordine con chi comunque della sicurezza si occupa professionalmente, possano tacere di fronte ad una pensata che tradotta in pratica comporterebbe uno spaventoso aggravio di ore di servizio perché visto il numero delle corse (pensiamo all'estate) di "pattuglie naviganti" ce ne vorrebbe "un fottìo" (tradotto: "moltissime" - così lo comprendono anche i mantovani e gli altri padani). A quali servizi sul territorio si sottrarrebbero queste energie umane?
Resterebbero inoltre da comprendere come i carabinieri-pendolari espleterebbero la funzione di argine al biblico sciamare di taccheggiatori, ladri (i nomadi non sono stati citati ma negli incubi de los tres caballeros ci saranno di sicuro), spacciatori e grandi firme del crimine varie, verso l'Elba, che come è universalmente noto contende a Scampia, allo Zen ed alla sedi della Regioni Lazio e Lombardia la palma di regno della micro e macro-criminalità.
Terranno discretamente d'occhio tutti i passeggeri o (visto che potrebbero essere svariate centinaia) solo quelli dall'aria marcatamente sospetta? Procederanno eventualmente ad identificazioni? E se uno si sottrae che è, caccia all'uomo (o alla donna) tra i turisti, tra un ponte e l'altro?
Comunque ci sembra che si vagheggi il selezionare, lo scremare gli "sgraditi", gli extra comunitari e i "sospetti" perché rimangano in continente. Questa è destra pura, siamo quasi alle ronde leghiste ma pagate dai contribuenti, ad un altro populismo da 4 soldi in salsa insulare. Sarebbe bene sapere se tra le manifestazioni di delinquenza montante i tre caballeros annoverano anche l'evasione e l'elusione fiscale e gli abusi edilizi...Siamo all’'isola isolata, anzi blindata dalla paranoia "sicurista" (come se non bastassero gli inoperosi ed inutili gabbiotti di Piombino antiterrorismo…). Chissà se vogliono tener fuori dall'Elba anche i ricchissimi mafiosi russi per i quali si volevano imbandire all'Elba casinò e ville di lusso?
Ma l'acme, il meglio di loro, los tres caballeros lo raggiungono annunciando il titolo della prossima iniziativa nientepopodimenoché “Parco Nazionale e AMP : Si, no, come?”
Proviamo a fare un parallelo, notando che se qualcuno organizzasse un convegno titolato: "La Topa: esiste, non esiste, e se esiste come usarla?" è probabile, se si salvasse da un T.S.O., che farebbe sganasciare dalle risate anche i totani.
Orbene è indubbio che la punta di diamante de los tres cabballeros sulle questioni ambientali sia uno stimatissimo professionista della misura del tempo, ma se i suoi orioli spaccano il secondo, sono i calendari che non gli funzionano a dovere.
Piaccia o non piaccia a lorsignori anzi a lor caballeros:
A) Il Parco esiste dal 1996 per grazia di Dio, Volontà e legge della Nazione Italiana nonché per volontà e direttive dell’Unione Europea
B) La AMP non ancora istituita dovrà esserlo presto, pena infrangere diversi accordi europei ed internazionali, come la Convenzione sulla biodiversità dell’Onu, che fanno obbligo all'Italia (che li ha sottoscritti soprattutto governante Berlusconi) di portare al 10% del totale della superficie marina iniziando dalle aree degli arcipelaghi
ciò premesso non si pone in modo alcuno il sì o il no
per quanto riguarda il come (immaginiamo a questo punto "come gestire") è chiaro che il territorio nei modi e nelle forme previste dalla legge giocherà il suo ruolo, come conferma la perfidamente accomodante risposta del presidente del Parco nazionale Sammuri, che dà ragione a Confindustria facendo capire che non ci hanno capito niente, ma ci auguriamo che la comunità elbana sia orientata da chi un filo di competenze in materia ce l'ha anche.