Nella mattinata di sabato sarò in quella che resterà per me (per tutti i giorni che ancora vivrò) Piazza Gori, assisterò in silenzio alla "cerimonia" di nuova intitolazione di quel civico spazio, per dissenziente rispetto del nuovo titolare, poi andrò a posare un fiore (rosso) non sotto il nuovo cartello, ma sotto la targa in rilievo dalla quale, dall'alto, Pietro Gori guarda alla miseria morale, alle bassezze di questi giorni.
Quando ero un ventenne si usava scrivere utopicamente sui muri "l'immaginazione al potere", mi ritrovo anziano e nauseato a ragionare su una "piccola storia ignobile", che si potrebbe sintetizzare con un "l'ignoranza al potere".
Sì, ignoranti nel senso più etimologico, perché se appena appena si fossero sforzati di leggere e conoscere le vicende del paese che si arrogano amministrare, e del personaggio a cui recano offesa, accampando farisaici intenti "pacificatori", si sarebbero accorti quanto Gori abbia permeato la nostra storia, avrebbero contezza del rispetto e dell'ammirazione che ha goduto, in vita e dopo, non solo da parte dei (da sempre pochi) anarchici, ma da parte di tutta una comunità, nelle sue varie sfaccettature sociali e politiche.
Povero Gori, fuorilegge sì, incarcerato ingiustamente sì, perseguitato sì, confinato su questo scoglio sì, ma tirato per la giacca da tutti: blandito e corteggiato da tutta la massoneria elbana (oggi trionfante), dichiarato (falsamente) "morto coi conforti religiosi" da qualche visionario cattolico troppo fervente, temuto per la sua residuale popolarità tra la comune gente, perfino dai fascisti trionfanti (così prossimi allo spirito di chi governa oggi la nostra città), che tentarono prima di annetterselo post mortem, fino a bestemmiare "... se Gori fosse vissuto oggi sarebbe un vigoroso fascista", per poi toglierne per imbarazzo le lapidi (ma tardi e con il fiato dei nazisti tedeschi sul collo). Povero Gori costretto a subire l'ultima angheria da questi ometti.
Se avessero letto, dicevo, formulando un periodo ipotetico della irrealtà, e capito la minima storia isolana insieme ad un po'di quella d'Italia e del Mondo.
Passeranno, presto, con tutta la loro boria e la loro tracotanza finiranno nell'umano dimenticatoio, e quando nessuno si ricorderà di chi furono, Pietro Gori con i suoi sogni di uguaglianza, di fraternità, di internazionalismo sarà ancora in cattedra, a dar lezioni.