Alle domande di Legambiente sulla vicenda della frana del costone roccioso nei pressi dell’Hotel Plaza, sui lavori sulle sue pertinenze (a quanto pare compiuti dalla SNC riconducibile alla famiglia Papi in pesante violazione delle norme urbanistiche) ed infine sulla probabilissima correlazione tra essi ed il verificarsi di un fenomeno grave, perfino potenzialmente luttuoso, il Sindaco di Porto Azzurro Luca Simoni, normalmente cortese e sollecito nel fornire risposte, questa volta si tace, dobbiamo ipotizzare, chiuso in un imbarazzato silenzio.
A quelle inquietanti domande che pubblicammo parecchi giorni fa, e che furono bellamente ignorate da gazzettieri di parte, moralizzatori d’accatto e blog a corrente alternata) le risposte iniziano ad arrivare dagli atti della Magistratura inquirente.
Agli inquirenti ed ai giudicanti, appunto, spetterà il compito (ove il problema si ponesse) di stabilire il livello di coinvolgimento o di estraneità, di conoscenza o non conoscenza da parte dell’eterno padrone politico di Porto Azzurro di quanto realmente accadeva nel sottosuolo delle proprietà familiari.
Attenderemo fiduciosi lo sviluppo delle indagini sicuri che, almeno stavolta, non sentiremo parlare di toghe rosse, ambientalismo persecutorio e di improbabilissime frane ad orologeria.
Intanto ci sentiremmo di rivolgere al già sindaco longonese Maurizio Papi una esortazione, nell’interesse della sua onorabilità, nel’interesse della istituzione e della forza politica che rappresenta e nell’interesse dei longonesi comunque votino.
SI DIMETTA, da consigliere comunale, subito
Libera Nos Domine