Naturalmente, dato la mia condizione di cozza, quello che dico lascia un po’ il tempo che trova. E’, direbbero gli anglofoni, cheap, a buon mercato, roba da un tanto al kilo.
Ma lo dico lo stesso. Siccome sono una cozza datata oltre i sessanta (purtroppo), non speravo più in una cosa del genere.
Era, come raccontarvelo, un sogno di gioventù, una vecchia foto appiccicata al muro con le puntine da disegno, gli angoli arrotondati, ingiallita, appannata dalla polvere.
Un rimpianto, forse l’unico grande della mia pur divertente vita, che ero rassegnato a trascinare fino all’urna cineraria.
Ma sono una cozza fortunata. La foto si è rinvigorita, il contrasto è nitido, la polvere scomparsa.
Intendiamoci, parlo dei giorni che stiamo vivendo, non conosco il futuro e non ho particolari facoltà divinatorie. Per quanto ne so il futuro si costruisce ogni giorno. A malapena, e con molti errori, riesco a leggere il passato.
E’ successo di febbraio, verso la fine. Non so dire se diventerà storia o se rimarrà un episodio fra tanti. Presumo che nessuno lo sappia anche se molti si affannano a farlo credere.
Ma, perlomeno, è successo davvero. I tromboni si sono sfiatati, l’oligarchia èrimasta in mutande.
Più di cento donne e uomini entrano in parlamento con in mano la Costituzione.
Per ora, alla salute!
il mitile ignoto