La piccola città di Terracina nella quale capitammo al seguito di una gita “fuori porta” di una allegra combriccola romana, ci serbò due sorprese, la prima fu lo scoprire che il segretario della locale sezione del PCI si chiamava Sergio Rossi, esattamente come il coevo ferajese, la seconda (una specie di flash) fu vedere ormeggiate a banchina pronte a salpare per Ponza, due vecchie conoscenze: il Maria Maddalena, più noto con il nome d’arte di “Calimero”, e il Rio Marina, a sua volta passato alle cronache elbane come “Il mucchino” per il suono della sua sirena che ricordava stranamente il verso di un giovane bovide, due naviganti catorci assenti (già allora) da anni dall’Elba, che credevamo ormai giustiziati e digeriti da qualche altoforno. Una visione che ci fece esclamare: "Minchia se so' messi male i ponzesi!"
Il Rio Marina per come ce lo ricordavamo avrebbe però meglio meritato il nick-name di “vibratore”o meglio ancora “Parkinson”, infatti per tutto il tempo in cui i suoi motori giravano non vi era cosa a bordo che non fosse squassata da un tremendo tentennio, tanto è che giuriamo sul nostro onore di aver visto colta dal mal di mare una signora (nel caso di specie nostra ex-insegnante) quando ancora non avevamo mollato gli ormeggi da Piombino.
Ricordando quella datata orrida gottazzola, dalla linea filante come quella di uno scaldabagno, e notando che un nome assonante è stato imposto alla ex Lora d’Abundo, ribattezzata Rio Marina - forse un po' a presa di culo - Bella (un natante che un pregio ce l’ha: è un certo indicatore di tempo buono, visto che parte solo con condizioni più lacustri che marittime), ci è venuto da pensare che indubbiamente il popolo piaggese, per quanti peccati possa aver commesso nei secoli, non si meritava certo che venissero dedicati due simili gioielli della marineria.
Passi una volta, ma due è cattiveria