Gabbiano: pronto, è l’aldilà? Scusate, vorrei parlare co’ Napoleone il Grande.
Napoleone: sono io, chi parla?
Gabbiano: oh, che fortuna sentirla Sire! Gradirei fare una chiacchierata con Lei.
Napoleone: sì va bene, ma lei chi è?
Gabbiano: Sono il Gabbiano Wack e telefono da Portoferraio, dall’isola d’Elba.
Napoleone: Dall’Elba? Che gradita sorpresa! La scelsi per il mio primo esilio e ci sono stato bene. Che stupido fui a lasciarla dopo appena 9 mesi!
Gabbiano: scusi, ma se da noi ci stava bene, perché andò via?
Napoleone: stia zitto! Non mi ci faccia ripensare. Avevo tutto: pesce fresco ogni mattina, me lo portavano i pescatori dal Grigolo; ottima qualità dei vini. Prima di sbarcare a Portoferraio visitai la tenuta della Chiusa ai Magazzini dove assaggiai un rosso eccezionale e un favoloso vino da dessert, che non conoscevo, l’aleatico. E poi da voi trovai un clima mite e un mare stupendo. Che bagni ho fatto davanti alla Villa dei mulini, intorno a due piccoli scogli che chiamai i due fratelli, “ les deux frères”! Altro che Costa azzurra! L’isola per me era un paradiso. Anche a donne non stavo male, anzi, a dire la verità avevo l’imbarazzo della scelta. Purtroppo non ho mai perso il vizio di voler fare sempre la guerra contro qualcuno. Per questo tornai a Parigi, ma a Waterloo subii una vera e propria disfatta. Se l’avessi immaginato!
Gabbiano: pensi Sire che, se non se ne fosse andato, oggi gli elbani sarebbero sudditi felici di un piccolo regno o un principato e magari l’Elba sarebbe diventata zona franca. Ma soprattutto non sarebbe stata divisa, per lunghissimo tempo, in 8 Comuni, quasi sempre litigiosi tra loro. Da qualche anno so’ diventati 7 , ma la musica non è cambiata, mi creda.
Napoleone: capisco quello che mi dice e me ne dispiace. Ammetto che, decidendo di ritornare in Francia, non ho mantenuto la promessa che feci agli abitanti dell’isola. Promisi di comportarmi come “un buon padre”. Comunque gli elbani dovrebbero essermi grati per aver scelto di essere mandato nella loro isola. Da allora l’Elba è diventata famosa in tutto il mondo e se, da molti anni ormai, è una località turistica molto frequentata, credo che in buona parte il merito sia mio.Di questo gli elbani avrebbero dovuto essermi sempre grati. E invece sono successe cose, in passato e di recente, che non mi sono garbate.
Gabbiano: davvero? Quali?
Napoleone: Una volta esisteva un “Centro nazionale di studi napoleonici” che organizzava a Portoferraio prestigiosi congressi con la partecipazione di studiosi delle mie gesta provenienti da ogni parte del mondo. Sono anni che quel Centro non esiste più. Peccato! Lo scorso anno, il 5 maggio, nella chiesa della Misericordia, per la prima volta non è stata celebrata la messa in mio suffragio. Ma come è potuto succedere? Sono rimasto esterefatto. In compenso sono stato ricordato con una cerimonia laica organizzata da un architetto portoferraiese che credo si chiami Leonello e che ringrazio. L’anno scorso poi ho subìto un affronto che ancora non ho digerito: nessuno ha pensato che ricorreva il duecentocinquantesimo anniversario della mia nascita. Hanno pensato ai 500 anni della nascita di Cosimo de’ Medici, ma per me non è stato fatto nulla. Chissà se nel 2021, quando sarà il ducentesimo anniversario della mia morte, il Comune di Portoferraio si ricorderà di me.
Gabbiano: Sire, vedrà che l’anniversario della sua morte sarà ricordato.
Napoleone: Lo spero. Anche perché l’elenco delle cose che non mi sono andate tanto a genio non è finito. Negli anni ’40, al Poggio, è stato dato il mio nome ad una sorgente d’acqua solo perché un giorno mi ci fermai a bere. L’hanno chiamata “Fonte di Napoleone”.Ma c’è di più. Il mio nome, quando un certo Cacciò decise di imbottigliare quell’acqua, è stato messo anche sulle etichette delle bottiglie. Ora, francamente, per uno che è stato Imperatore di Francia e re d’Italia, non è molto piacevole essere diventato sponsor di bottiglie d’acqua che, per quanto buona e anche salutare,sempre acqua è. Per di più a me è sempre piaciuto bere del buon vino. La visita alla tenuta della Chiusa non fu casuale. Negli anni ’60, per ricordare il giorno in cui sbarcai a Portoferraio, è stata messa sul molo del Gallo, dove sono sbarcato, una pietra di granito molto più adatta a facilitare le pisciate dei cani che a ricordare il mio arrivo. Forse avrei meritato un bel monumento. Fui felice quando seppi che, nel 1997, erano finiti i lavori di restauro del Teatro che feci costruire nel centro storico di Portoferraio. Purtroppo da allora, sono passati più di 20 anni, e del mio teatro tutti se ne sono dimenticati. Versa in condizioni proprio pietose.
Gabbiano: mi sembra che l’Amministrazione comunale stia pensando di provvedere.
Napoleone: Quando inizieranno i lavori, per favore, mi dia la buona notizia. Ora devo salutarla. Devo ritirarmi, sono atteso dai miei fidi generali. Sa, ci piace ancora fare la guerra. Scherzo, naturalmente. In realtà non ci rimane che “giocare” alla guerra ………come i bambini!
Gabbiano: Maestà, stia tranquillo, mi rifarò vivo.