Con tanti troiai che forniva la nomenklatura della prima Repubblica, per motivi arcani, Teodolindo, omone zuzzurellone compagnone e bonaccione, l’aveva “presa di punta” con Giuseppe Saragat.
Il solo apparire della faccia facciosa del padre della socialdemocrazia sullo schermo del televisore del Bar Roma, dove Teo trascorreva tutta la giornata sembrava capace di mutare perfino la sua indole, come la pozione che trasformava il Dottor Jackill in Mister Hyde.
Ma un giorno, anzi una sera Teodolindo non si limitò a lanciare verso l’incolpevole televisore i soliti insulti ma si avvicinò aggressivo all’apparecchio che gli somministrava l’odiato sembiante presidenziale e “Brutto .. natodancane! Puh! Puh!”
Gigino Villani - il gestore – appollaiato sullo sgabello davanti alla cassa si mise a strillare come un aquila: “Che hai fatto!? Hai sputato sulla televisione! ma sei matto?” Noi tacevamo interdetti e pure un poco schifati. Ma il nemico Presidente Saragat aveva ormai lasciato il passo ad altra notizia ed altre immagini, Teodolindo tornato in sé, si volse verso Gigino con il suo sorriso a presa di culo stampato in faccia e disse paciosamente: “Ho fatto finta”.
Non nascondiamo che oggi, davanti alla TV, dopo esserci una prima volta sorpresi a pensare a voce alta “Mi’ che faccia da sputi” i getti salivari (ancorché virtuali) di Teo ci sono tornati numerosissime volte in mente.
Ma perché, si domanderà qualcuno di voi, con tutto quello che è successo oggi, questo fava se ne viene fori a parla’ dei finti sputi di Teodolindo?
In primis, amatissimi nostri, restiamo ugualmente in tema quirinalizio, poiché le facce da sputo che ci passavano davanti agli occhi erano proprio quelle di molti dei grandi elettori rivelatisi complessivamente degli elettori del glande, poi perché, la scienza del comunicare insegna, in un momento in cui sono moltissimi gli incazzati, e gli urlanti, per fare arrivare meglio un messaggio occorre (magari facendosi violenza) essere il più possibile pacati.
Quindi è con buonismo veltroniano e pacatamente che stasera invitiamo (anche cordialmente e carinamente), gentilissimamente il gruppo dirigente del PD che abbiamo visto all’opera negli ultimi giorni a Montecitorio, a schizzarci subito tre passi dalle palle, a lasciare libero il campo, ad andare pure a fare i suoi teatrini, i suoi intrighi, i suoi accordicchi, le sue sceneggiate, le sue fiere delle vacuità in un’area diversa.
A sinistra please ci resti chi in quel partito artificioso, saldato –per tornare al tema - con lo sputo, è convintamente, coerentemente di sinistra.
La storia della sinistra, la gente della sinistra si merita di infinitamente meglio di lorsignori