Caro Sergio,
questa volta, no. Non condivido il titolo che hai dato al tuo ultimo “A sciambere” e la riflessione finale che hai fatto. E sento il bisogno di dirtelo. Del resto mi lega a te un antico rapporto di solida amicizia che non si è mai interrotto, senz’altro perché quando non siamo stati d’accordo su certe cose subito ce lo siamo detto e talora anche a “brutto muso”.
E questa volta devo dirti, con molta franchezza, che non mi sei piaciuto.
Intanto il titolo volutamente provocatorio, certo, ma comunque un brutto titolo che la nostra isola non merita. L’Elba non è “l’isola dei drogati”, ma una terra dove la stragrande maggioranza della gente, come me e come te, non è drogata e non partecipa a traffici illeciti; lavora e spesso fatica, specie in momenti come quello presente, per sbarcare il lunario; svolge la propria attività lavorativa, come dipendente o come titolare di una attività economica con onestà e serietà.
Certo, come tutte le località turistiche, soffre anche di un “tumore” che sembra inestirpabile e quindi plaudo ogni volta che le Forze dell’ordine concludono con successo le loro indagini e mi auguro che le indagini non cessino mai e siano sempre più efficaci.
Ma , ti ripeto, non accetto, non riesco ad accettare quel titolo.
M’hai fatto venire alla mente il Pubblico ministero Pennisi che, come un novello Savonarola, accusò gli elbani di essere poco inclini al rispetto delle leggi dello Stato. O il passato presidente dell’Ente Parco, Dr Tozzi, che ci voleva trasferire forzatamente in uno Stato, non ricordo quale, dell’ex Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche, perché affetti dal...”virus” del mattone facile.
Sei rimasto sorpreso della mancata reazione dei frequentatori dei social di fronte alla esplosiva notizia della esistenza di un notevole traffico di droga.
Non so che cosa li ha trattenuti se....... gli effetti devastanti del coronavirus o l’essere venuti subito a conoscenza dei nomi e dei cognomi. Non certo, come tu dici, il timore di dispiacere a qualche “maggiorente”! Ma bene così! Che cosa avrebbero scritto, magari in forma anomima, tutti quei “culi puliti” che hanno la brutta abitudine di servirsi dei social per le loro maldicenze, offese, calunnie? Certo avrebbero espresso soddisfazione e avrebbero sputato “parole di pietra”.
Io ho appreso la notizia con sconforto, con tristezza e spero che chi si è sporcato le mani con la droga, come spacciatore o come consumatore, in futuro si ravveda. Ed ho anche pensato subito al dolore, alla sofferenza dei genitori e dei familiari.
Vedi, Sergio, ora che sono arrivato alla fine di questo mio scritto, ora che mi sono sfogato e ti ho detto come la penso, mi sento meglio. Siamo fatti della stessa pasta. Come sempre ti saluto
Giovanni
Caro Giovanni
“Tutti i gusti so’ gusti” disse quello che si ciucciava il chiodo, o come disse un noto latinista nostro concittadino: “gustibus non est discutendum”.
Prendo atto del tuo disappunto ma contemporaneamente rilevo un fatto curioso: la tua è la prima critica negativa che registro su quel pezzo.
Fino ad ora l’articolo ha raccolto su migliaia di letture "solo" diverse centinaia (non scherzo) di approvazioni espresse con semplici like, ma anche con tante mail, brevi riflessioni, messaggi scritti o sonori e, ad ora, una settantina di condivisioni di persone che l’hanno fatto proprio e riproposto ai loro amici. Credimi, erano anni che non mi accadeva in questa misura.
La frase più ricorrente era "finalmente qualcuno ne parla..."
Vado comunque in ordine sparso, cominciando dalle non puntuali osservazioni (tue): al povero Mario Tozzi (che ti sta tanto sullo stomaco e che per me è un caro e stimatissimo amico) appiccichi la paternità della (ovviamente paradossale e giocosa) proposta di sostituire i 26.000 elbani con altrettanti Kirgisi, con scambio di residenze “per fare meno danni”. Ebbene Tozzi ha solo riportato la boutade in un suo libro, tra l'altro affibbiandomela e citandomi, sbagliando pure lui, perché a concepirla era stato Umberto “Veleno” Mazzantini. Onore al merito.
Andiamo a quello che non ti è piaciuto (o forse non ti sei sforzato di capire): quel titolo e quella conclusione erano si due volute “patte nel muso”, dovevano scuotere, ma erano contemporaneamente un atto d’amore, per questo scoglio di cui mi sento profondamente parte, come i suoi alberi ed i suoi sassi. In molti lo hanno capito tu -almeno stavolta – no.
Caro Giovanni io sono adirato come un cinghiale (che, come disse Bob, quando si incazza diventa una bestia) con chi fa case e strade abusive, con chi sega inutilmente alberi, con chi inquina (con i “comprensivi” che lo permettono), con chi non controlla a dovere.
E sono "anche" incazzato con chi spaccia coca, ero, e pure di peggio (si c’è pure di peggio), sfasciando cervelli in età ancora evolutiva, ma sono imbestialito pure con chi pippa (sepolcri imbiancati, specie di naso) per ritornare a fare il mattino dopo il “bravo ragazzo”, implementando l’illegalità, mettendo in circolo denaro sporco che va sciacquato, e mi sbaglierò, ma ho l’impressione quest’isola si avvii ad essere una bella lavanderina.
Lo dico a naso (non candido), mi mancano dati sui vorticosi cambi di gestione di esercizi, su acquisti e cessioni di immobili che lasciano perplessi, ma non sono il solo a pensarlo.
Cosa c’entri però il “turismo corruttore” me la spieghi con calma, visto che le aree più devastate dalla droga d’Italia non sono quelle mediamente ricche (come è l’Elba) ma al contrario le più misere e niente affatto "turistiche".
In sintesi la maggioranza degli elbani è costituita da persone per bene (e ci mancherebbe pure), ma la preoccupazione sensata è che comportamenti devianti su diversi fronti dalla legalità, abbiano assunto dimensioni di massa o giù di lì. Quindi non la penso esattamente come il Dottor Pennisi - eccellente magistrato, chiedere alla ndrangheta, altro che Savonarola! - ma ci sono, una ventina di anni dopo, abbastanza vicino.
Se poi vuoi che ti canti camomillescamente “tutto va ben, madama la marchesa...” posso anche farlo.
Tutto ciò premesso rimango un granitico garantista, non alimento processi sommari sul web, e la risposta che mi attendevo (e speravo) non erano i crucifige, ma quella pacata e civile reazione che poi (nel nostro piccolo) c’è stata... nel tombale silenzio di istituzioni, partiti etc. (ma non si può chiedere la luna nel pozzo),
Un abbraccio polemico
Sergio