"Sono un po' stanchino". Certo il parallelo con la folle infinita corsa di Forrest Gump attraverso gli Stati Uniti è un po' irriverente, e ancor di più lo sarebbe se il termine di paragone lo si stabilisse con la maratona degli osannati "eroi" del Covid-19, quelli che veramente hanno rischiato la pelle (talvolta lasciandocela) in questo anno bisesto e funesto: i celebrati angeli della nostra salute, dei quali la memoria da pesce rosso di questo paese - vedrete - si dimenticherà rapidamente, e "in culo ai totani", come recita la scritta appesa al muro nella nostra casalinga redazione.
Però siamo un po' stanchini anche noi, dopo quasi 180 giorni di lavoro continuato, festività (degli altri) comprese.
Non ci aspettavamo "medaglie" né "encomi" (tanto meno da soggetti pubblici)... ormai tutti danno per scontato che ci sia chi provvede ad informarli (pure localmente) e con un certo grado di mestiere (se non vogliamo chiamarla professionalità), e non solo dai social, dove ciascuno può esercitarsi a cambiare l'aria ai denti, a magnificare il proprio ego, con licenza di odiare, offendere, sparare minchiate, pascolare bufale, straziare l'ortografia.
Quello che facciamo, lo sappiamo, è percepito come un "atto dovuto"; tanto che quando ci è arrivata una mail (una) in redazione, nella quale Michelino Melis ci ringraziava per il lavoro compiuto in questi mesi, siamo rimasti sorpresi (toh... qualcuno se ne è accorto!).
Ma in realtà siamo noi in debito per un certo numero di "grazie", 8.600 per l'esattezza, tanti quanti sono gli euro del prestito garantito dallo Stato che ci è stato concesso, dopo una sfibrante trattativa negli uffici della Banca dell'Elba durata ben 10 minuti!
Così, dopo 18 anni, anche noi abbiamo provato il brivido di ricevere i primi contributi (non a fondo perduto, da restituire eh!) da uno Stato che nel recente passato ha pure inondato di denaro regalato testate inconsistenti, giornali sedicenti "nazionali", che avevano la metà dei nostri quotidiani lettori di scoglio.
Sì, cari loro, perché quegli eurini (una cifra irrisoria per chi è ricco, preziosa per chi ha poco) sono tutti destinati a convertirsi in (magrissime) buste paga, rappresentano una boccata di ossigeno, quella necessaria (ed indispensabile) a non chiudere le pubblicazioni, a continuare il servizio nella stagione estiva, in attesa dell'inizio della ripresa economica, che dovrebbe far ripartire anche il mercato pubblicitario, l'unica fonte di sostentamento su cui possiamo contare.
Noi continuiamo a crederci e continuiamo il nostro lavoro... anche se siamo un po'stanchini.
Sergio Rossi