Cari lettori Già in altra occasione ci venne da ragionare sul fatto che molti degli epiteti che, con l’intenzione di offendere, si usa comunemente rivolgere al prossimo, ad analizzarne bene l’etimologia, si rivelano definizioni partorite dal disprezzo verso gli altri di antiche “classi dominanti”, permeate di un’etica ed una visione del mondo decisamente anacronistiche (assessore, torni a fare le parole crociate facilitate, che qui per lei si va troppo sul complesso), rivelatrici della spocchia, dell’arroganza e perfino del razzismo di chi le coniava. Iniziamo da “volgare” che letteralmente significa “del popolo”, la Costituzione, la democrazia sono quindi “volgari”. C’è poi tutto un comparto di “offese” agresti: cafone, idiota, villano, zotico .. definirebbero originariamente comunque solo individui dediti alla cura dei campi ed all’allevamento bestiario, attività più che onorevoli ed utili per il genere umano.
Non basti perché tra i cosiddetti “insulti” troviamo dei termini che oggi potremmo leggere come definizioni di portatori di valori: “imbecille” starebbe a significare “piccolo imbelle” ergo uno che odia la guerra, un pacifista insomma, e “cretino” trova la sua radice addirittura in “cristiano”.
Il perché di quanto fino ad ora scritto, pazientate, lo capirete dopo.
Orbene, tra i diversi post giuntici dopo un “A Sciambere” nel quale notavamo l’abnorme numero di tecnici quali geometri ed architetti impegnati in politica e nel governo del territorio, in particolare nel marcianese, ne abbiamo ricevuto (e pubblicato) uno che così recitava:
“Le accuse di sergio rossi sono infamanti e calunniose e basta”
Il messaggio non era (almeno formalmente) anonimo in quanto chiuso dalla firma di tal Riccioni Enrico, che invero ci ricordava qualcosa o qualcuno ma in maniera piuttosto vaga … Ci siamo quindi dedicati a cercare di scoprire chi fosse questo aspro critico, ma le nostre ricerche sono approdate solo su un signore di Macerata che crediamo ignaro del tutto della vicenda.
Crediamo quindi che il Sig. Riccioni sia un nome “di copertura”, ma questo è solo un particolare, poco muterebbe se davvero esistesse.
Sostanziale è invece, e sia detto per Riccioni come per altri, che le parole non sono acqua fresca e che la calunnia è un reato infamante che (qualora si riscontri essere stato commesso) DEVE essere denunciata nelle competenti sedi e non via mail ai giornali, ai blog o ai pubblici vomitatoi in rete.
Tenuto inoltre conto che chi scrive questa nota benché oggetto di 8 diverse azioni giudiziarie (tutte risoltesi pienamente a suo favore) con la ben più lieve e semplice ipotesi della “diffamazione”, non è stato mai accusato di aver calunniato chicchessia, ci corre l’obbligo di rispondere, di seguito, in maniera adeguata allo spericolato signore, che non si rende conto che dare di calunniatore, senza riscontro alcuno, ad un cittadino è a sua volta reato perseguibile.
Caro Sig. Riccioni (o come diavolo è registrato all’anagrafe) che probabilmente ha tempo da perdere in un goffo tentativo di screditarci, tutto quanto sopra premesso, e per non risultare contradditori, non possiamo chiamarla volgare imbecille, idiota, cafone cretino.
Dobbiamo ricorrere ad un’altra allocuzione!
Le va bene, indipendentemente dalle sue finanziarie capacità, se la definiamo un “povero”, nel senso di un povero di spirito?
In realtà veda avevamo pensato ad appellarla “povera testa di cazzo”, ma con i nostri a volte maniacali scrupoli linguistici, abbiamo risolto poi che il paragone poteva risultare offensivo (e scusami cazzo – popolarmente - si direbbe) per un organo in fondo deputato ad importanti funzioni in corrispondenza dell’inutilità del suo esistere. A non rileggerla (speriamo)