Dopo l’ultimo A Sciambere il Cittadino Giancarlo Diversi, esponente del Movimento 5 Stelle dell’Elba, probabilmente irritato per quanto ha letto, ci ha inviato il seguente post:
“Direi che sarebbe meglio tu guardassi in casa tua anzichè continuare a rincorrere ciò che non capirai MAI. In casa tua (pd, sel, i partiti che hai servito e continui a servire in maniera diligente) sono state incubate le peggiori schifezze a livello nazionale e locale. Una bella inchiesta a livello locale non l’hai mai fatta, tipo sui fanghi tossici e nocivi depositati in mezza elba (anche) dai tuo amici di banco”
Egregio Signor Diversi
Nella mia vita, sono stato “in servitù” solo rispetto ad un soggetto: la mia personale coscienza e stop. Che cazzo va blaterando di servaggio? Servo del PD di cui ho scritto fino a due giorni fa che mi auguro si sciolga quanto prima per il bene della nazione in generale e della sinistra in particolare? Ma anche e perfino Servo di SEL (che lei, pappagalleggiando le affermazioni del suo insultante ducetto, mette - per interesse di poltrone - nel concone qualunquista del “tutti uguali”) del quale sono un semplice iscritto, ed alla quale non ho comunque fatto sconti, ospitando ad esempio sul mio giornale attacchi di ogni genere ai suoi amministratori e muovendo critiche anche in prima persona?
Sul punto è caldamente pregato di fare ammenda e sciacquarsi la bocca.
La mia casa, caro lei, è Elbareport , e ci guardo così attentamente dentro da essere orgoglioso della sua storia, almeno quanto lo sono del suo presente, un orgoglio che mi aiuta a sopportare la fatica immane e gratuita che mi è costata e mi costa dare (come cittadino e non servo) una voce libera alla comunità.
E ultimamente ho un motivo d’orgoglio in più, quello di aver contribuito alla formazione di una “squadra”, piccola ma bella e tosta, che darà continuità e concretezza a questa testata anche quando fra non molto dovrò passarne il timone
E guardi, tornando al suo sentenziare pieno di sicumera, tra i concetti che ho cercato di trasmettere agli ormai non pochissimi “bimbe e bimbi” a cui ho insegnato a lavorare nell’informazione, ce ne sono un paio che ben si sposano all’elettronico scoppio di bile che mi ha riservato:
a) guardare in casa di altri è obbligatorio per un giornalista (anche se i vostri indiscussi ed indiscutibili Capataz affermano il contrario) si chiama “controllo democratico esercitato dall’informazione”;
b) un giornalista che non fa mai incazzare nessuno è un pessimo giornalista (Sandro Curzi).
Fare carico a Elbareport di non essere stato presente o non aver fatto e pubblicato inchieste sul fronte dell’ambiente in generale e pure sulla disseminazione dei rifiuti tossici e nocivi all’Elba (e nelle circostanti aree marine) in particolare è un’accusa così palesemente falsa (oltre che un po’ infamante) ma soprattutto ridicola, che potrebbe far sbudellare di risa le formiche.
Se lei è depositario di qualche nuova epocale verità ci illumini, ce la disveli, ce la documenti, approfondiremo volentieri il tutto e gireremo nel caso lei ci fornisse materiale che si configurasse come notizia di reato a chi di competenza come la legge ci impone.
Oppure e meglio, visto che tra l’altro lei è un importante e seguito esponente del M5S elbano, avvalendosi del movimento, e come hanno fatto (meritoriamente) altri suoi sodali in altri luoghi, la conduca lei una bella inchiesta, alla quale daremo il supporto ed il risalto che merita. Non si limiti all’armiamoci e partite, venga anche lei, se occorre, a smusarsi con i potenti e con i loro uffici legali, rischiandoci la faccia, i soldi ed il certificato del casellario giudiziario (come noi siamo usi fare).
Ma temo ancora una volta di essere di fronte ad una manifestazione della sua quacquaracquesca inclinazione ad “insegnare a babbo come si pipa”, difficile ne sorta qualcosa di serio e concreto, di lei trattandosi.
Facendole poi presente di non avere banco, banca, panca, poltrona o sgabello, ergo non avendo amici di banco, la invito a tornare a dilettarsi con le rapite dissertazioni poetiche sullo sguardo puro di Fico e non curarsi troppo di chi, come me, del suo pensare e delle sue non sollecitate lezioncine da maestrino dalla penna rossa, non gli importa un fico (secco).
Ed ancora, salutandola e restando in argomento di essenze arboree fruttifere, la rimando al titolo dell’A Sciambere appena qui terminato