Alfredo: ciao Gino, come stai? Finalmente sembra che si possa ricomincià un po’ a vive. Anco se l’esperti continuano a di’ che bisogna sta’ a distanza, porta’ la mascherina. Insomma, per un po’ di tempo, dovemo sempre sta’ attenti. Avessimo a rimedia’ un’artra ondata der virusse.
Gino: in tutti questi mesi che semo stati costretti a sta’ in casa , te come hai passato ir tempo?
Alfredo: che voi, ho dato ‘na mano alla mi’ moglie’ a fa’ quarcosa in casa. A me mi garba tanto, che ti posso di’, stende i panni fori dalla finestra o spolvera’. Rifa’ i letti no, ci pensa sempre lei.
Gino: io mi so’ fatto impara’ dar mi figliolo come si fa a legge’ i giornali locali ar computer.
Alfredo: io è già un po’ che riesco a leggeli. E devo di’ che il Rossi di Erba repòrte mi piace come scrive. Soprattutto quando lo fanno incazza’.
Gino: l’artro giorno ho letto che ora vogliono lancia’ ir turismo lento. Cosa vogliono di’, ‘un l’ho capito.
Alfredo: vogliono di’ che quando sei in vacanza ‘un devi ave’ furia. Devi cammina’.Lascia’ la macchina o anda’ a piedi o ar massimo in bicicletta, di quelle moderne che vanno da sole. Insomma ti devi rilassa’.
Gino: senti, mi sembra che ‘un abbeno inventato nulla di novo. Una vorta, nell’anni ’60 e ’70, i Comuni organizzaveno gite turistiche pe’ l’anziani, pe’ quelli che campaveno co’ poca pensione e a giro, co’ loro pochi sordi, ‘un ci potevano anda’. Mi ricordo che ci andonno anco ir mi’ babbo e la mi’ mamma. Quello era già turismo lento, o no? Hai voglia! ?Un poteveno mica tanto core l’anziani in gita. C’era gente che ‘un camminava nemmeno tanto bene.
Alfredo: caro Gino a manda’ i vecchi “ a zonzo” ci pensonno i Comuni di sinistra. Ma ora di sinistra ce n’è rimasta poca.
Gino: cambiando discorso, hai visto che bel mercato di fiori è stato organizzato ne’ giorni scorsi sur viale delle Ghiaie?
Alfredo: sì, ci so’ andato anch’io e ho visto che, sur manifesto ch’hanno stampato, c’è scritto “Portoferaio in fiore”. Speramo che l’Amministrazione si decida a pianta’ in giro un po’ di fiori, come hanno fatto tanti commercianti. Per ora vedo solo erbacce un po’ dappertutto.
Gino: se cominciamo a parla’ der Comune, Arfredo, famo tardi. Devo porta’ alla mi’moglie la farina che deve frigge du’ triglie.
Alfredo: hai ragione, ma questa te la devo di’. Ci sei stato ai giardinetti in questi giorni? Ar monumento ai caduti c’è sempre la corona che ir Sindaco ha messo il 2 giugno, pe’ la festa della Repubblica. Ormai è tutta secca. Una parte della catena è in tera, ‘un so da quando. Ne’ vasi di coccio messi intorno ar monumento ‘un c’è un fiore, ma erbaccia. Le pietre der marciapiede che dalla scalinata porta al monumento so’ tutte sconnesse. Che vergogna!
Gino: e te ci sei stato ar porto? Alla banchina dell’arto fondale? Ma hai visto che t’ha messo l’Autorità portuale? Fioriere che sembrano blocchi di cemento. Una attaccata all’artra. Brutte da mori’. O ‘un potevano fa’ com’è stato fatto in calata? Ma l’Autortà portuale può fa’ tutto quello che vole o dovrebbe chiede ir permesso ar Comune.
Alfredo: ma che credi che se l’avesse chiesto ir permesso gli avrebbero detto di no?
Gino: ma! Fammene anda’ a casa. Finimola qui ch’è meglio.