Solo in Italia si può pensare di riaprire un carcere a Pianosa. Ma andateli a fare in una landa sperduta, i carceri, non in mezzo ad un arcipelago dedito al turismo e alla salvaguardia ambientale.
L' arcipelago Toscano, in larga parte ricompreso in un' area protetta di interesse internazionale, nonchè all' interno del santuario dei cetacei e territorio dedito al turismo dovrebbe essere al centro di interessi che perseguano questi obiettivi e lo Stato dovrebbe insistere solo su questo punto invece di fare cose in contrasto con altre che esso stesso promuove o addirittura impone.
Pianosa potrebbe apportare ulteriore accrescimento in termini di valori turistici e ambientali e invece la si riutilizza per un carcere (probabilmente con spese enormi di gestione rispetto ad una struttura in terra ferma).
Ci sarà, in Italia, una bella zona desertica, assolata e lontana da tutto e da tutti. Un bel piazzale grande, dove poter consegnare una mazza con manico anatomico per ciascuno, e via a spaccare sassi giornate.
Altrimenti, visto che c'è la crisi e si lavora tutti di meno, se, cari governanti, decidete che le isole sono il luogo più consono alla carcerazione e visto che di turismo ci capite poco o nulla, salvo dire ad ogni piè sospinto che l' Italia potrebbe vivere solo di quello, di storia e di città d'arte, senza per altro aver mai partorito una legge che agevoli una benchè minima sega, mandateli tutti qui i carcerati, trasformateci in arcipelago alcatraz e passateci lo stipendio da secondini, almeno.
Stefano Feri - Isola del Giglio
Caro Stefano a parte la proposta rieducativa un pelo forcaiola, ed il poco politicamente corretto (o almeno retrò) appellare gli Agenti di Polizia Penitenziaria "secondini" credo che quanto affermi - col sacrosanto giramento di coglioni che traspare - sia perfettamente condivisibile. Mi hai tolto le parole di bocca o, nel caso, da sotto le dita.
sergio