C'è la festa dell'Unità di quelle vere, nel senso che l'Unità, il giornale,si pubblica veramente (e spesso pure ci scrivo), e c'è anche lo stand dell'Arci-Caccia, manco a dirlo un tiro a segno a premi, con le carabine a aria compressa. Per bersagli i soliti gessetti e nel mezzo quello più difficile: una bottiglia di spumante attaccata ad un filo da colpire per tagliarlo, buttarla giù e vincerla. Mentre sto passando parte dallo stand uno sfottò:
"Deh vieni a tira' du' colpi... anche aggratisse eh!"
"Seeeee - fa il compare - sa un cazzo di spara' lui, è VERDE!"
"Tanto pe' comincia' io so' ROSSO - ribatto fermandomi - poi è capace che sparo meglio di te"
Proseguendo nella sbruffonata, prendo la carabina, con l'aria di uno che sa il fatto suo (anche se in realtà ho sparato solo da militare qualche colpo col fucile)
Punto il filo, tiro il grilletto e la bottiglia casca. Mira infallibile? No, purissimo culo, sono convinto che se ci riprovassi altre mille volte, sarebbero mille "padelle", ma, vedendo i due veramente sorpresi, infierisco.
Lascio sul banco la moneta per pagare il tiro e chiudo: "... riattaccatela la bottiglia, che lo spumante dolce 'un mi piace". Poso la carabina e mi allontano ostentando nonchalance, anche se mi ci vorrebbe subito una cantonata da svoltare per mettermi a ridere.
Ordunque
In una delle mie quattro uscite di casa l'anno, due solstiziali, due equinoziali (chiarendo all'assessore che l'equinozio non è un matrimonio tra cavalli), uscendo dal tabaccaio, assisto ad un brandello di discussione sulla opportunità di vaccinarsi; assiste anche un tizio tranquillo, che rarissimamente ho sentito parlare, il classico "zittone". Stranamente stavolta, il taciturno, sette parole in fila le pronuncia, prima di tornare tacersi, chissà per quanto: "Chi non si vaccina è una fava!". Secco come una stioppettata.
Ha tagliato il filo al primo colpo.