So che in parecchi dissentiranno ma non credo ci sia troppo da esultare; quando una corte di giustizia stabilisce che una persona che ha guidato ed in parte guida ancora un intero paese, si è reso autore di comportamenti delittuosi, quel paese ha poco di che essere allegro, e ancor di meno ha ragion d’esserlo se altre condanne hanno raggiunto la stessa persona e probabilmente ancora altre ne riceverà.
Intendiamoci, la sentenza di Milano non mi ha provocato dispiacere, questo mio ragionare non è motivato da un cambio di opinione su quella persona che ritengo primo responsabile del degrado culturale, sociale e morale, in cui viviamo e non mi preoccupa neanche la caducità del governo Letta-Letta che, anzi, prima arriva al capolinea meglio è. Ma non esulto per la sanzione inflitta al colpevole del naufragio, allo Schettino di turno, per quanto giusta essa sia, la sentenza non riporta in linea di galleggiamento la barca.
L’autunno del satiro patriarca con lo sgretolarsi delle sue impunità, il riconoscimento della profondità del baratro etico in cui è stata scaraventata quest’Italia con le toppe al culo, ci carica di responsabilità. L’infaticabile, coraggioso ed onesto lavoro compiuto dalla magistratura per restituirci una parte di certezza di diritto, deve essere difeso, consolidato e supportatoi, più che dai festeggiamenti, da uno scatto d’orgoglio del paese.
L’Italia che può salvarsi solo se da Sciacca a Sterzing si leveranno le note (per citare Finardi) di una nuova “musica ribelle” quella “che ti vibra nelle ossa/ che ti entra nella pelle/ che ti dice di uscire/ che ti urla di cambiare/ di mollare le menate e di metterti a lottare”.
E a chi ha annunciato che scenderà in piazza con il provocatorio slogan del “Siamo tutti puttane” occorre ribattere con un “E’ vero, noi no!” secco e duro.
Ci sarà da esultare (forse) quando questo paese avrà una sinistra certa, depurata dai capobastone della demagogia e da quelli della clientela, dai 101 accoltellatori nell’urna, dagli opportunisti, dai furbetti che si illudono di far vincere il centrosinistra facendo i piacioni con la destra, dichiarando di stare con Marchionne.
Esulterò (forse) quando non moriranno più operai sul lavoro e di lavoro, quando il canale di Sicilia smetterà di essere (nella quasi diffusa indifferenza) la tomba di un numero spropositato di disgraziati in cerca di pane e libertà, quando si inizieranno a emungere sul serio le ricchezze dei grandi evasori fiscali, esulterò quando per i nostri giovani il diritto allo studio ed al lavoro non saranno più affermazioni di principio, ma pratica quotidiana.
Al momento, debordando ma solo un poco dallo stile severo con cui ci si deve misurare con una giustizia (per definizione uguale per tutti esercitata in nome di tutti), a quelle quattro signore di Milano (PM e collegio giudicante) eviterei di fare una serenata, ma manderei un fiore .. rosso, se non disturba.