E’ incerta l’origine dell’allocuzione “Che merde che piglieno l’inglesi!” che qualche anno fa risuonava frequentemente nelle contrade ferajesi, un’ espressione di forte dileggio nella maggior parte dei casi urlata da uno o più giovinastri all’indirizzo di qualche passante i cui appoggi erano stati resi incerti dall’aver smodatamente bevuto.
L’indimenticabile Cesare Strina al quale chiedemmo a suo tempo lumi ci disse che probabilmente gli equipaggi dei “vapori” che portavano il carbone dal nord Europa alle ferriere, adusi alla più gestibile birra, quando sbarcavano in franchigia sullo scoglio,uscivano di norma molto malconci dalla collisione con i quartucci del generoso vino locale.
Ora non è che gli indigeni dell’epoca potessero costituire un esempio di temperanza, (basti pensare che ancora negli anni ’50 e ’60, oltre ai più “signorili” bar e circoli, sul solo territorio del capoluogo elbano erano “operative” più di 25 bettole e/o mescite di vino), ma evidentemente il livello delle “merde” (leggasi sbornie, ubriacature) raggiunto in più casi dai sudditi di Sua Maestà Britannica era risultato così spettacolare da assurgere a paradigma.
Dall’incerto al certo è invece sicuro che un altro Figlio d’Albione, ci piace pensarlo come un discendente degli avvinazzati marittimi, si sia ritagliato ieri oltre che un quarto d’ora di celebrità, anche la memoria storica e forse perfino la emblematica citazione dell’impresa che compì gittandosi “a coffa” in mare dalle alte murate dell’oglasa in partenza dietro i “costosi occhiali” accidentalmente cadutigli in acqua.
Non ci stupiremmo se rimembrando questo 6 agosto in futuro, di fronte al compimento di una ciclopica, ridicola, autolesionistica fesseria qualcuno commentasse “E che è .. il tuffo dell’inglese?”.
Scartiamo a priori comunque l’ipotesi di inserire il tuffetto britannico nella classifica dell’appena ripristinato Premio Fava Lessa per tre ordini di ragioni:
A) Per manifesta superiorità nei confronti dei passati e soprattutto futuri concorrenti che sarebbero scoraggiati dal partecipare (difficile concepire qualcosa di più imbecille di tuffarsi da una nave per cercare di recuperare un paio di occhiali già affondati su sette metri di melmoso fondale portuale)
B) Per improprietà ambientale, avendo lo stazionamento in acqua fatto evolvere l’originale fava lessa nella più puntuale “fava croscia”
C) Perché un alto riconoscimento di favaggine gli è già giunto dalla Capitaneria con salmastrosissima ammenda da pagare.
Posto quindi fuori dalle categorie gli riconosciamo il titolo speciale di Fava Tuffante Una e Trina, irrevocabile.