Tutto regolare in fondo in quest’agosto elbano: fa caldo (ma era anche l’ora), si scoprono abusi e brutture urbanistici a mitraglia, il tasso dei penecefali circolanti a due o più ruote (talvolta imbenzinati) si alza più dello spred col noto pregiudicato al governo, le meduse puncicano, l’onda della nave gialla ti ribalta a scosciagalletto sugli scogli, le navi di ogni colore sono più care ma le compagnie affermano di aver calato le tariffe, sul castagnaccio sovraospedaliero milioni di valore investiti in giganteschi rifacimenti strutturali, macchine ipertecnologiche volanti, lavoro e sudore dei professionisti e dei volontari del soccorso, sono vanificati (o difficoltati) da un cazzo di ascensore che si ogni 3x2 si guasta, il Sindaco di Portoferraio non risponde alle domande impertinenti (ma nemmeno a quelle pertinenti di Gasparri), le fogne puzzano e sbroccano, qualcuno affoga, tutto nella norma.
La grande novità politica dell’estate ilvate è costituita in fondo dall’annuncio di un salto della quaglia di massa di una cospicua parte del PD elbano dalla sponda bersaniana al vuoto cosmico dell’ideologia (si fa per dire) del Grande Fighetto di Pontassieve, che tutta la destra mondiale ci invidia.
Peria è già in squadra, Mazzei (ferajese) lo segue, la Giuzio siamo lì, perfino Cosetta, passando invece a qualcuno a cui la parola “sinistra” non provoca violenti attacchi di orticaria, “si guarda intorno” (ma nei suoi panni noi, più che intorno, ci guarderemmo dietro).
La cosa più incredibile in questo travaglio del quagliodromo, è che se lo noti, e se per caso dissenti macchiandoti di “lesa renzità”, tutti insieme, come un sol volatile, insorgono a dire che non si devono rompere i quaglioni “interferendo pesantemente ed indebitamente nel dibattito democratico interno di un partito …”.
Un’argomentazione vetusta che non sentivamo usare da almeno un quarantennio, questa dell'interferenza nei dibattiti interni, che richiama in mente più che l’esercizio della democrazia la distanza tra gente e partiti, le logge, le consorterie, gli esclusivi clubbini, la casticchia di paese.
No cari amici del PD (evito di proposito di usare il lemma "compagni" che qualcun di voi potrebbe mandare in deliquio) la politica dei prossimi anni o sarà particolarmente "casa di vetro" o non sarà politica democratica, e quello che accadrà in casa vostra, potendo incidere sulle nostre vite, ci interessa e come, ci riguarda e come.
E poi, scusate, non vi pare che il verbo renziano delle primarie di partito a cui può partecipare chicchessia (che tra parentesi io non condividerei affatto) sia in patente contraddizione con la pretesa di separatezza a livello di micro-bottega, che spingete fino a mettere in discussione un sacrosanto diritto, come quello di critica?
Non è per questa strada – credetemi – che andrete in Paradiso, magari al Governo sì, ma per fare cosa poi?