Queste foto si commentano da sole, dopo appena 2 anni di vita i lecci messi a dimora per sostituire le 11 piante di pini per far posto alle giocose fontane della rinnovata e assolata piazza del municipio sono secchi.
Sotto la finestra del Sindaco, nella piazza dell'acqua... le piante muoiono di sete e di caldo!
Speriamo che al prossimo summit di esperti in municipio per la gestione della pericolosa caduta di pinoli qualcuno si accorga delle assetate piante!
Paolo Franceschetti
Caro Paolo
Non so quanto il mio commento possa essere attendibile, riconoscendo di essere dichiaratamente di parte, non di parte politico-amministrativa, mi salva su questo versante l'averne scritte di tutti i colori alle giunte (disgiunte dalla realtà) di ogni colore che sgovernano l''Isola, ma di parte arborea.
Il fatto è che ogni volta che vedo un motosegaiolo uccidere in qualche minuto una pianta che la natura ha impiegato decine di anni per far crescere, vengo colto da un moto, da un'emozione e da uno stato d'animo che penso possa essere ben descritto dalla espressione "intenso giramento di coglioni".
Vieppiù le palle mi ruotano quando con mille scuse (le radici che danneggiano le carreggiate, gli aghi di pino, la resina che si posa sulle preziose auto) in un mondo dominato dalle esigenze dei veicoli a motore, il pinicidio viene in sostanza perpetrato in ossequio alla nuova "estetica della topa pelata" dal feticcio della purezza lapideo-asfalto-cementizia che pare ossessionare gli amministratori elbani tutti o quasi.
E la depilazione campese (peraltro già avviata dalle precedenti compagini amministrative) è solo l'ultimo atto di una serie di "barbarie vegetali" che ha fatto sì che molti spazi urbani (dalla calata Mazzini a Via Ninci fino a Piazza Gramsci a Portoferraio, la Piazza Matteotti a Porto Azzurro etc) siano stati privati delle essenze arboree che le ingentilivano e che davano il conforto della loro ombra a chi vi sostava.
La calata ferajese senza i suoi alberi è da anni diventata un autentico forno, dove a suo tempo creparono le costosissime magnolie (pianta tipicissima dell'Elba) che avrebbero dovuto sostituirli, ed ora di vegetale c'è qualche ceppa di rosmarino, a Lungone abbiamo dei meravigliosi simil-alberi metallici che tutto il mondo ci invidia, a Campo si suona la sinfonia del leccio stitico.
Complimenti vivissimi.