Con gli anni abbiamo imparato ad applicare l’aurea regola del “quando ti incazzi di brutto fermati e conta fino a dieci prima di dire e fare qualsiasi cosa”, ci è servita molto, e la abbiamo pure applicata estendendola con le opportune modifiche alla pratica del nostro pubblico scrivere che da tempo infliggiamo al prossimo.
Così dopo aver appreso (raccontandolo a mezza Italia) dall’articolo di Franco Cambi, dei “graffiti” di Capo Bianco, per qualche giorno, in luogo di contare solo fino a dieci, abbiamo accantonato la vicenda limitandoci a leggere quello che a commento della epica impresa di questa TESTINA DI CAZZO (scusate la momentanea perdita d’aplomb), si scriveva su social network e blog.
Abbiamo letto di tutto circa l’indignazione del volgo, assieme ad uno sterminato elenco di proposte misure e pene da assumere nei sui confronti e comminargli, perfino qualche abbozzo di analisi sociologica e pure le immancabili pisciate moralistiche.
Abbiamo infine deciso di provare ad attaccare la questione da un versante alternativo: quello femminile, e ci siamo risolti di scrivere una sorta di lettera aperta alla fanciulla amata dal pitecantropo scrivano.
Cara Jessica
Credi davvero sia giusto che, per conquistare le tue grazie, per crescere nella tua considerazione, uno se ne vada in giro a smerdare (ops!) muri o peggio, come nel caso scogliere “sacre agli elbani” con cuoricioni, scritte (peraltro semi-sputtananti la tua identità) conditi pure da frasi schifosamente razziste?
Secondo te Jessica, un bischero che sporca gli scogli insultando per scritto un popolo e usa violenza alla bellezza della natura, sarà capace anche di rispettarti come ragazza, come persona?
Ti proponiamo di essere la nostra Lisistrata, che tu probabilmente non sai chi fosse (e figurati se lo sanno l’Assessore e il Sindaco): una signora raccontata da Aristofane, che, per farla breve, fece cessare un conflitto usando una delle più potenti armi che mai il genere umano abbia mai concepito: la topa.
La nostra eroina accordandosi sia con le signore del suo campo che di quelle degli avversari promosse uno “sciopero della susina” che si sarebbe protratto fino al termine delle ostilità, finché i bellicosi privati del “riposo del guerriero”, presi – diciamo – per la gola, non vennero a più miti consigli e pace fu.
Togliete, voi che potete, ai graffitari romantico-allupati, la sete col prosciutto; ogni volta che su un muro o altrove appare una di quelle scritte, così melense e idiote che sembrano uscite da un libro di Moccia (l’unico che il consigliere ha consultato oltre l’elenco telefonico negli ultimi dieci anni), mettete in purga l’autore, non dategliela …
Favorendo la selezione naturale, ne guadagnerà la civile convivenza e vi meriterete la gratitudine della cittadinanza.