Un’espressione in voga nella Portoferraio dell’ormai secolo scorso “Bella mi’ Olga!”, (con la quale si sottolineava il rammarico per un errore compiuto, o in senso più figurato il vagheggiare un agire, una realtà dalla quale ci si era allontanati) solleticava le mie curiosità semantiche (roba che con l’orto, caro assessore, non c’entra). Come, in che occasione, era stato coniato?
Dopo chiedere e chiedere, da un vetusto ferajese ebbi una risposta che “stava in piedi”, anche se non so se riferita a fatto autenticamente accaduto, e, nel caso, se registrato ove veniva collocato.
L’informatore mi parlò della avventura di un cesellatore della zolla (ovverosia di un agricoltore proveniente da un contado elbano) il quale “calomatosi” (per i foresti: disceso) nella città di Cosimo per un non precisato disbrigo di faccende, pensò bene di approfittare per compiere una trasgressione “amorosa”, recandosi in un luogo dove delle distinte signore esercitavano la cosiddetta più antica professione del mondo.
Orbene il protagonista della storia, dopo essersi appartato con la prescelta, ed essere da questa “liquidato”, con l’immaginabile trasporto e passione con cui la bella avrebbe mangiato le seme (bruscolini nella capitale, semi di zucca per gli italiani), o evaso una pratica burocratica:
- preso atto di aver consumato un frettoloso quanto insoddisfacente amplesso;
- realizzato di aver in compenso consumato un bel po’ di soldini,
se ne uscì invocando il nome della certamente più motivata e meno dispendiosa consorte, che aveva appena tradito: “Bella mi’ Olga!” – appunto.
Ordunque, ho letto sul Tirreno di ieri un’edificante prosa stesa dall’amico Titti che così esordisce:
«Ti hanno fatto il lavaggio del cervello. - Facciamo così, ora vinco e dopo me li levo tutti dai c...»". «La partita è tra me e Peria. Claudio e il Francini tratteranno per uno strapuntino con chi vince».
Sono solo due degli sms che il segretario uscente del Pd Valerio Fabiani ha inviato in questi giorni ad alcuni iscritti schierati a sostegno di altri candidati alla guida del partito.
Messaggi che forniscono elementi utili per raccontare il clima pesante nel Pd dove Fabiani, in virtù degli ultimi risultati al circolo Due Giugno e a Marina di Campo, è ormai avviato alla riconferma ….
In serata poi leggo delle “cronache dalla Leopolda” (antipatica dal nome, ma, a orecchio, ci uscireste per una cena al buio con una che si chiama Leopolda?) dove si esibiscono un vacuo democristianello “tutta scena” che parafrasando Kundera potrebbe essere definito “la strafottente nullità dell’apparire” e sua osannante novella corte, e mi soffermo sulla lezione di etica imprenditoriale e politica impartita in quattro minuti da un signore della “finanza creativa” e degli investimenti “off shore” (leggi: paradisi fiscali) …
Dal cuore mi viene su un “Bella mi’ Olga!” e un “Bel mi’ PCI !”
E questo racconto potrebbe continuare all’infinito, perché il PD che si proponeva di porre termine al regime del cacique da lupanare (scomodando Neruda) è riuscito a sostituirsi al cadente ducetto, solo come massimo soggetto interprete del ridicolo nazionale. Prenderli per il culo è facile come sputare in terra, è sparare sulla Croce Rossa.
E Renzi con tutta probabilità vincerà, perché questo paese premia quasi sempre chi punta al ribasso, chi propone una politica di cartapesta, chi affabula, rincoglionisce e non fa pensare, chi parla per slogan politici e non ragiona di politica. E vincerà anche perché, in un contesto smidollato, al suo poco si oppone un quasi niente