Mica per caso il suo soprannome (trasmesso poi a tutta la schiatta, compreso chi scrive) era "Tardò", quell'omone dalla forza fisica smisurata, quasi proverbiale, era infatti riflessivo taciturno e tendenzialmente "lento", anche nel ragionare ma - lento sì, tonto no - poi ci arrivava, e anzi a quel punto era capace pure di interloquire con qualche scudisciante battuta.
Un giorno che mi aveva precettato per lavorare al podere che aveva affittato (per "passatempo" a 60 anni), e ne aveva appena sparata una, giusto per instillare autostima nella prole: "... te non sei ambidestro sei ambisinistro... non sai fa ammodo una sega con nissuna de le mane...", ma poi mi chiese:
"eee - te che sei intrufolato co la politica - 'nsomma... chi doverebbe esse' il prossimo Sindaco?"
Gli risposi con il nominativo che andava per la maggiore.
Dopo due o tre passate di frullana sull'erba medica si fermò e sentenziò:
"Se questo d'è ir primo cittadino... feguramoci l'utimo..."
e dopo una breve pausa chiosò:
"Ma dove va senza ombrello, che non sa né legge', né scrive', né parla', né sta' zitto?"
Orbene sono convinto che parecchi di voi lettori pensino che mi accinga a questo punto, a decenni di distanza da quell'agreste dialogo, a utilizzare la "sentenza" di Tardò per insinuarne la pretesa attualità, magari facendo della gratuita maldicenza su qualcuno dei maggiorenti nostri che tutto il quarto mondo ci invidia.
Nulla di tutto ciò
Malpensanti!
sergio
Nella foto: Cesellatore delle zolle con frullana