Negli ultimi giorni si è molto parlato dell’Uruguay primo stato al mondo ad aver legalizzato la cannabis per usi diversi da quelli terapeutici, regolamentandone la coltivazione e la distribuzione.
Nell’occasione un bel po’ di persone hanno “scoperto” quanto già si poteva apprendere consultando anche solamente Wikipedia, e cioè che quel debosciatissimo paese è guidato da un signore (eletto con quasi il 50% dei voti dei suoi concittani) di 78 anni, un ex guerrigliero con i Tupamaros (ferito 6 volte in combattimento) che trova il tempo per coltivare un modesto “podere” alla periferia di Montevideo, vive in una casa senza luce elettrica, va a fare il suo quotidiano lavoro di Presidente della Repubblica Uruguayana (per il quale si è fissato uno stipendio di circa 1100 euro mensili) guidando un “Maggiolino” degli anni ’70.
Si dirà che José Mujica, che (non si direbbe) ma ha pure sangue italiano nelle vene, è il presidente di uno staterello (mica vero, se si valuta quanto spazio occupa sulla carta geografica e considerando che i suoi abitanti, anche se pochi per km2, sono comunque più di 4 milioni), si dirà che “Pepe” è un asceta che si nutre di sorpassate ideologie egualitarie e libertarie.
Si dica quel che si vuole, ma paradossalmente questo “vejo loco”, come qualcuno degli avversari poi trombati lo ha definito, a fine mandato, grazie appunto allo Jus Sanguinis, potrebbe ottenere piuttosto facilmente la cittadinanza italiana e pure candidarsi.
Stiamo chiaramente cojonando, come usano dire i capitolini, ma è un gioco divertente: ci piace immaginare uno scontro tra questo signore (che guida una nazione per uno stipendio che farebbe schifo al Sindaco di Mortoferraio e colleghi capi-pollaio ilvati), e I Tre Tenori extra-parlamentari della politica italiana.
Prefiguriamo le facce schifate e le reazioni del boccalone di Pontassieve “Maiala se l’e vecchio l’è da rottamare!” , del puttaniere meneghino “Cribbio … un altro comunista!” e del barbuto arruffapopoli al pesto: “Belin.. questo mica è uno sparacazzate come me .. questo sparava davvero!”.
Certo, alla resa dei conti, il grande popolo italiano a Mujica darebbe meno voti di Ingroia, le persone serie non hanno molta credibilità da queste parti, ancora una volta avrebbe la meglio la innata passione del popolo italiano per chi lo prende per culo, per i “piazzisti della politica”, per i “magliari”, per quelli che vendono loro discorsi e "sciogni" (come dice il neo supporter di Renzi – bella famiglia di bolscevichi con Serra e Marchionne – Briatore) per i populisti verniciati dei più diversi colori.
“Gente italica, vuoi tu potta, buo di ‘ulo e ponci?” “Siiiiiiiiiiiiiiiiiii!”
Pepe ne uscirebbe con le ossa rotte, specie dopo aver formulato la sua proposta più avanzata, e dopo aver dimostrato, carte alla mano, che l’uso dei cannnabinoidi fa infinitamente meno male e danni ai cittadini del nostro paese ed al suo sistema sanitario e sociale dei legalissimi alcol e tabacco.
Mujica proporrebbe infatti una liberalizzazione “uruguaiana”: coltivazione affidata ai privati, ma sotto stretto controllo dello stato, distribuzione da parte del monopolio, ragionevole e fissata massima quantità vendibile ai singoli consumatori. Ancora Pepe dimostrerebbe l’enorme risparmio economico che deriverebbe dal minor lavoro di polizia e magistratura e dall’effetto svuota (e soprattutto non riempi) carceri.
Ciò, direbbe Mujica, non calcolando i nuovi introiti derivanti allo Stato dalla vendita, e soprattutto che la liberalizzazione assesterebbe alla criminalità organizzata una legnata senza precedenti, non solo perché le verrebbe sottratto un florido mercato, ma anche perché anche i bambini sanno che la via per cui passa la cannabis, è la stessa che i mafiosi usano per inondare il mercato di ben altre, pericolose (quelle si) sostanze come la cocaina, l’eroina e devastanti schifezze chimiche bruciacervelli varie.
E qui cascherebbe l’asino, e stavolta Pepe sarebbe abbattuto dal fuoco (forse non solo metaforico) dei Mammasantissima, incrociato a quello di tutto un paese pieno di ipocriti perbenisti e di evasori fiscali (in discreta parte cocainomani – ci farebbe piacere, così per sfizio, che come nelle grandi città anche le nostre acque reflue fossero controllate per vedere quanti bravi signori elbani pippano alla disperata).
Fine del gioco: Mujica, che è un gigante della politica, sta bene dove sta. Noi puppiamoci le nostre mezze seghe
PS
A scanso d’equivoci : chi ha steso questo articolo (così come è favorevole alle unioni gay pur essendo etero) comprovatamente NON E’ assuntore, neppure occasionale, di cannabis, il suo antiproibizionismo è puramente politico ed ideologico (anche se a qualcuno il termine ideologia fa venire l’orticaria)