Quest’anno è per me del tutto particolare e non si verificherà più.
E' il cinquantenario dell'International Art Center di San Martino, che creai nel 1964, ricorre il bicentenario dell'esilio di Napoleone all'Elba e il centenario della nascita di Mario Luzi al quale ho dedicato un monumento sempre nel Centro-Museo di San Martino.
Alla base di tutto questo vi è l'arte.
“L'arte è Nipote di Dio, perché la Natura è figlia di Dio e l'Arte figlia della Natura”.
“Battuta” a parte definire l'Arte si può in tanti modi, ma capirne il significato è cosa da iniziati.
Ciò non esclude la possibilità a chiunque di subire sensazioni immediate davanti ad un'opera d'arte, basta che abbia una certa sensibilità.
La prima lezione che tenevo ai miei allievi di prima liceo era basata sulla domanda: che cos'è il bello?
Ciò permetteva subito una semplice speculazione di carattere filosofico.
Prima di tutto ho sempre cercato di sfatare l'Arte come riproduzione della realtà.
Per quanto riguarda “il bello”, non è quella forma ideale che tutti vediamo con gli occhi.
Una donna vecchia e brutta può diventare un'opera d'arte, una bella Venere può diventare un “scorza”, come dicono i livornesi.
Quindi anche l'idea che alcuni soggetti siano più degni di altri per fare un'opera d'arte non è valida.
Il soggetto non conta, ma è come si realizza che ne fa un'opera d'arte.
L'Arte intanto è nata con l'uomo nelle caverne, spontanea e sintetica perché è simbolo di un concetto. Sembra, a detta dello Storico dell'Arte Arnold Hauser, che questa forma d'arte sia nata per meglio cacciare. Un animale disegnato sarebbe già “catturato”.
Lo stesso Hauser andando in una comunità primitiva con un blocco di animali disegnati si sentì dire: e ora come facciamo noi a cacciare? L'arte sarebbe quindi nata come magia e io aggiungo che magia è rimasta.
Sfatata l'idea di imitazione della realtà, che riguarda più che altro i pittori accademici o se vogliamo anche la scuola manieristica del '600 dei Carracci, escluso il Caravaggio inventore di luci, contrasti e spazi nuovi, l'Arte è appunto invenzione ed è figlia del suo tempo.
Oggi non si dipinge più una donna con il cappellino, l'ombrellino, la carrozzella e alla maniera dell'800. Ogni epoca occupa un lasso di tempo, per cui si parla di romanico, gotico, rinascimento ecc., secoli del tutto diversi.
L'artista deve procedere con l'anima e non solo con gli occhi e deve scoprire sempre cose nuove perché l'Arte è infinita. Ricordo il prof. Cocchia della scuola media che mi diceva: “Italo, mi raccomando, non inventare la radio”.
Michelangelo: “ Si dipinge una certa idea” e Leonardo: “La pittura è una cosa mentale”.
L'Arte è un viaggio fantastico che ci permette di studiare il pensiero umano, la storia. conoscendo se stessi e il mondo circostante si può creare originalità e quindi la personalità.
Ho imparato per mia diretta esperienza che con la meditazione, l'assenza del pensiero, si può captare energia e acuire l'intuizione.
Attingendo energia pura attraverso la meditazione un artista diventa mediatore tra la Natura e l'Arte. Prima avviene l'osservazione, poi la meditazione e quindi la creazione.
Klee dice che l' artista è come un albero che s' infiora: il tronco prende forza dalla terra e attraverso la linfa la conduce alla chioma e la fa fiorire.
Braque diceva: “ L'Arte comincia quando non si sa più spiegare cos'é”.
L'Arte, aggiungo io, è qualcosa tra l'essere e il non essere. Nel duro lavoro di ricerca l'Artista può raggiungere la gioia, forse per un attimo...
L'Arte è naturalmente sempre libera, anche quando l'Artista opera su commissione. N on è così certamente nei periodi di dittatura, quando l'Arte diventa in funzione di “qualcosa” come la pubblicità.
In un'opera d'arte non si può aggiungere, togliere o spostare nulla; tutto, ad un certo punto, deve essere a posto.
Leopardi in “A Silvia” dice … “negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi”; se avesse detto ... “negli occhi tuoi fuggitivi e ridenti” il verso sarebbe caduto.
I critici spesso parlano troppo del soggetto e della forma più che del contenuto.
Uno dei miei primi insegnanti, il prof. Michelangelo Masciotta volle farci una lezione su Giotto nella Basilica di Assisi. Parlò soprattutto del Santo, dei miracoli e del francescanesimo, per cui dovetti poi rientrare nella Basilica per assaporare le sintetiche figure nell'immenso azzurro del paesaggio.
Il pittore Paolo Veronese creò, naturalmente su commissione, una cena nella quale il Cristo si trovava vicino ad un nero; per questo fatto fu processato dalla Chiesa. Durante il processo rispose semplicemente che aveva necessità di mettere uno “scuro” accanto alle vesti chiare di Cristo. Forma e colore.
Si potrebbe continuare il discorso ma, essendo appunto filosofico, andremmo troppo per le lunghe; magari si potrà continuare la prossima estate nello spazio culturale creato da Francesca Groppelli con ArteElba, che si adopera a sensibilizzare l'Elba al mondo dell'Arte.
Anche la nuova Fondazione Elba Onlus si ripropone, tra le varie iniziative, il rilancio dell'Isola attraverso la riscoperta e la valorizzazione dell'Arte.
Nelle immagini
Da sinistra: Edna Howe, Berti, Emil Schumaker, Italo Bolano e Lasar Galpern, artisti partecipanti alla prima mostra d'Arte Moderna che Bolano organizzò negli spazi del Circolo di Carpani all'Elba nel 1967.
Italo Bolano con il prof. Preziosi Presidente del “Sabato della Cultura” all'Art Center