Il vuoto che ha lasciato Leonida Foresi è dovuto al bene e alla stima che abbiamo avuto nei riguardi della sua persona, la cui immagine rimarrà in un monumento ideale in piazza Cavour a Portoferraio dove ci fermavamo spesso a parlare con lui di cultura elbana ed altro prima che si ritirasse in via Bechi dove curava il suo giornale.
Dotato di sensibilità e intelligenza particolare nonché di quella semplicità che ha il grande uomo, se n' è andato con il suo tipico silenzio rispettoso.
Era semplice, anche lui aveva capito il mistero infinito della vita che ci permette solo ricerca senza soluzione.
E’ come l’artista, che non si dà arie quando seriamente e giornalmente è impegnato nella ricerca che non finirà mi di inseguire.
Colui che si considera arrivato è finito. Un Michelangelo stesso, se rinascesse, non sarebbe completamente soddisfatto del suo lavoro e ricomincerebbe daccapo.
Incontrare questo tipo di persone è sempre un piacere, come incontrare Leo in piazza e, ce ne sono sempre meno.
Aumentano gli uomini che si danno molte arie e l'ignoranza è inversamente proporzionale all'intelligenza.
Notavo in Leonida un' intuizione non comune. Era capace di fare dei segni distintivi di una persona, disegnava caricaturandoli i “personaggi” elbani rivelandone tutti i loro caratteri.
Anche Lasar Galpern, un artista russo mio collaboratore (che era stato amico di Chagall e di Majakovskij) interessò Leo che ne fece uno schizzo insieme a me che poi il prof. Alfonso Preziosi, direttore del suo giornale, riportò nell'occasione della prima mostra d'Arte Moderna dell'Art Center nel 1966.
Mi sono sempre chiesto come facesse a captare e disegnare, con una sintesi di quattro segni, i caratteri di un uomo.
Veramente mi meravigliavo e lo invidiavo, non ho mai visto un interprete così arguto disegnare in un batter d'occhio la figura umana con i suoi connotati rilevanti.
Tanto apprezzavo un simile artista della vita.
Ringrazio Sergio Rossi per tutte le buone e cattive notizie dell'Elba, che prima mi forniva proprio Leonida Foresi con il suo molto amato “Corriere Elbano”.