Andrea Lupi, in un tempo remoto, giocando a calcio con i colori dell’Audace, così apostrofò a mezza partita un compagno di squadra che si incaponiva, senza apprezzabili risultati, a cercare di dribblare gli avversari,finendo per perdere palla:
“Io e te maglietta uguale, noi stessa squadra, amici, te passi palla a me, io passo palla a te, loro maglietta diversa, nemici, ok?”
Andrea per rendere efficace la comunicazione, la aveva ridotta all’osso, semplificata tanto che perfino in non molto perspicace sodale potesse intenderla.
A leggere le dichiarazioni di un candidato all’altissimo soglio comunale ferajese sono stato tentato di prendere la via di Andrea e scrivere:
“Lanera tu dire Mario Ferrari comunista. Sbagliare! Io maglietta rossa, io squadra comunista, Mario Ferrari maglietta… boh? Ma certo Ferrari essere comunista come io essere bella fica, come capra somigliare a monopattino!”
Orbene, un tempo si usava un’espressione che suonava: “il teatrino della politica” caduta poi in disuso forse per abuso, ma che ci pare, anche restando a sciacquare nella nostra tinozza, meritevole di resurrezione, perché il vorticoso politico (si fa per dire) agitarsi di tanti soggetti quanti mai ne avevamo visti, produce, aldilà di ogni seria intenzione, qualcosa che pare in costante oscillazione tra il cabaret e l’avanspettacolo.
Cominciamo dalla più o meno sinistra, dove emergono tre potenziali liste: la più “classica” è quella costituita da PD e SEL che hanno scritto in un documento che vogliono un’amministrazione che segni “discontinuità” con la precedente. A stretta logica, visto che proprio PD e SEL stavano al governo, si potrebbe pensare che predichino una contraddittoria auto-discontinuità. Anche qui una semplificazione calcistico-lupiana sarebbe necessaria per tradurre il PD-SEL pensiero:
“Peria perdere troppe palle, noi capito, cambiare formazione e anche modulo di gioco”
Ci sono poi quelli del M5S :
“Noi mai giocare insieme partiti (schifo!) o altri gruppi, in campo solo vecchi tesserati, noi vincere o fare goal della bandiera!”
Invece gli Scoglio Attivi (ex Scoglio-nati) dicono:
“Noi mai giocare insieme partiti (schifo!) o grillini, in campo solo scoglio-attivi, noi vincere o fare goal della bandiera!”
Ma al quadro di entusiasmante unità nel campo che definirò con l’aggettivo “progressista” fa riscontro una granitica solidità del centrodestra. Qui non ragioniamo per gruppi ma per capi sommi, il cui pensar sintetizzo sempre a mo’ di Andrea:
Mario Ferrari:
“Centrodestra essere unica squadra, se io capitano dopo che vinco torneo primarie, (eccheccazzo, io sempre ala destra, promettere sempre entrare, e tenuto me in panchina fino a sessantuno anni!)”
Roberto Marini:
“Centrodestra essere unica squadra, se io capitano perché avere già “quasi vinto” altro campionato (che minchia servire torneo primarie?)”
Luigi Lanera:
“Centrodestra essere unica squadra, se io capitano (perché Ferrari tutto-mancino comunista e Marini già avere perso altro campionato ed essere stato trombato)”
Dio ce la mandi bona.